Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Monica Demuru: «Aprite ogni finestra»

Fonte: L'Unione Sarda
24 febbraio 2017

TEATRO MASSIMO. Sino a domenica con Daria Deflorian, Antonio Tagliarini e Francesco Alberici

 

 

È nata a Cagliari, ha studiato a Firenze, vive a Roma ma torna in Sardegna ogni volta che le è possibile. In estate e per le feste, visto che l'isola le manca. Cantante, attrice, autrice Monica Demuru è protagonista, con Daria Deflorian, Antonio Tagliarini e Francesco Alberici de “Il cielo non è un fondale”, in programma al Teatro Massimo di Cagliari sino a domenica per il cartellone di Sardegna Teatro. Questi gli orari: oggi alle 21.30; domani alle 21; dopodomani alle 19.
“Il cielo non è un fondale”, nonostante la negazione del titolo - leggiamo nelle note di regia - «vuole rafforzare il dialogo tra lo spazio della finzione e lo spazio esterno, il reale. È un dialogo sempre più necessario. Respiriamo a fatica l'aria da training e da improvvisazioni della sala prove dove dopo un po' la vita è altrove. Proviamo a rompere queste pareti. Tutte, non solo la quarta che ossessiona il teatro, rompiamole come primo gesto, come gesto di ingresso sulla scena. Stiamo fuori di noi. La vita collettiva ci decifra».
Spettacolo dai contenuti difficilmente riassumibili, insomma, perché, dice l'artista, è «qualcosa che accade».
Monica Demuru spazia dal jazz all'elettronica, dalla prosa all'acustica e ha vinto nel 2015, come miglior interprete, il concorso Eroticanzoni. Premio Maria Carta 2013, vanta importanti collaborazioni. Ha lavorato, tra i tanti, con Pupi e Fresedde, Enrico Rava, David Riondino, Stefano Bollani, Giancarlo Schiaffini, Peppe Servillo e gli Avion Travel.
Il meglio?
«Ho avuto la fortuna di incontrare i più espressivi esponenti delle avanguardie italiane. Fondamentale l'esperienza con la Societas Raffaello Sanzio, compagnia fondata da Romeo Castellucci. Gli ultimi anni sono stati per me ricchi di sorprese».
Che cosa ha fatto con Andrea Camilleri?
«Una cosa bizzarra. Lui registrava “Il nipote del negus”, ora diventato un audiolibro, e mi ha chiesto di inserire nel testo varie voci femminili».
In quali vesti sarà sul palco del Massimo?
«Di attrice e cantante. Ma non c'è stacco tra un ruolo e l'altro. Le canzoni, eseguite a cappella, non sono un intermezzo ma parte integrante del discorso. È un allestimento interessante e originale che riflette sul rapporto tra noi e gli altri. È fatto di sfumature, di interrogativi continui, di linguaggi che si mescolano. Potrebbe sembrare frutto di improvvisazione, invece è scritto da Daria Deflorian e Antonio Tagliarini con precisione millimetrica. Sono felice di accompagnare i miei colleghi in una produzione internazionale che ha importanti partner e come coordinatore Sardegna Teatro. Abbiamo debuttato al Romaeuropa Festival per poi esibirci a Losanna e al Festival d'Automne a Parigi».
Cos'è “Il cielo non è un fondale”?
«Non è un racconto ma piuttosto un flusso di pensieri che può ricordare il realismo magico. I quattro personaggi partono da un sogno e vi inglobano gli spettatori. È un'opera che ha come soggetto il problema dei rapporti umani nelle città. Una ricognizione tra quello che siamo e quello che ci succede attorno. Per arrivare alla domanda che tutti ci dobbiamo porre: chi c'è lì fuori dalla finestra?».
Alessandra Menesini