Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il Carnevale torna in piazza

Fonte: L'Unione Sarda
24 febbraio 2017

Festa in tono minore rispetto ai fasti del passato ma comunque apprezzata dalla città

 

Ieri la prima sfilata nei rioni storici dopo otto anni di assenza 

 

È stato un po' come passare l'antiruggine, dopo otto anni di inattività: c'erano bimbi, nel plotone dei tamburini, che ritmavano la ratantira ma che, di anni, a stento ne raggiungevano quattro. La metà di un'assenza. Nemmeno sapevano, quei piccoli in maschera, di essere gli ambasciatori del futuro - ritrovato - di una tradizione rimasta a lungo in coma e che, dal coma, è ufficialmente uscita ieri. Un po' indebolita, com'è naturale al risveglio, ma comunque viva e vitale.
LA SFILATA Costi ridotti (il contributo del Comune è stato di ventimila euro), centinaia di partecipanti e non migliaia come ai bei tempi, una quaterna di associazioni organizzatrici al posto della defunta Gioc (Gioventù italiana operaia cattolica, per decenni monopolista del Carnevale cagliaritano), nemmeno un carro a parte quello antimilitarista di “A fora sa Nato”. Non poteva che essere in tono minore, un ritorno fatto in economia, però la prima sfilata ufficiale del ritrovato Carnevale cagliaritano è stata un successo. Soprattutto di pubblico: il corteo che ha attraversato i rioni storici - cioè Stampace con partenza da via del Cammino nuovo, Castello, Marina e Villanova con conclusione nel corso Vittorio Emanuele, - ha sfilato tra due ali di curiosi. E loro, le maschere, li hanno omaggiati con numerose soste scandite dal Donamì una cicca, donamind'un'atra, custa non mi basta , cioè quella che si potrebbe considerare la colonna sonora del Carnevale cagliaritano.
ROTTO IL GHIACCIO Il Giovedì grasso è andato bene, ora si organizzano le sfilate di domenica e di Martedì grasso (Cancioffali farà la fine di sempre, dissolvendosi nel fuoco di una catarsi lunga un anno), arriveranno la Pentolaccia a Giorgino e altre iniziative come ad esempio la Vespiglia (sfilata con le Vespe Piaggio) per onorare la festa morta e risorta. Non a caso, precede la Quaresima. Peraltro, nella tradizione cagliaritana erano proprio gli uomini e le donne che vestivano in maschera a febbraio, a rendersi protagonisti dell'organizzazione dei riti della Settimana santa subito dopo: perché il profano e il sacro, nel popolo, hanno confini assai labili.
L'IMPEGNO Con pochi spiccioli, Sa Ratantira casteddaia di Castello, Acs Senza confini della Marina, Comitato di quartiere Villaggio Pescatori di Giorgino e Tra parola e musica (per la parte culturale) hanno messo insieme centinaia di persone decisissime a ricontagiare la voglia di travestirsi e festeggiare ai cagliaritani. E l'hanno fatto come si deve: mettendo l'anima per fare, appunto in centinaia, il chiasso che sarebbe spettato alle migliaia. E festa è stata, pur senza i fasti del passato né i carri allegorici che sono però nel futuro del Carnevale cagliaritano. «Il bando per l'organizzazione dell'edizione 2018», precisa l'assessora al Turismo, Marzia Cilloccu, «è in calendario per giugno di quest'anno. Investiremo una somma più importante rispetto ai ventimila euro di quest'anno. Perché tanto anticipo? Semplice: per creare i carri allegorici si lavora per molti mesi, e noi vogliamo favorire le associazioni».
LA FESTA Dai parcheggi di via del Cammino nuovo il corteo si è mosso un po' in ritardo, rispetto alle 17, e se l'è presa comoda per farsi sentire proprio da tutti, scortato da pazientissime pattuglie della Polizia municipale. Il traffico non ne ha risentito tanto: le strade sono state chiuse di volta in volta e solo pochi minuti per consentire il passaggio del corteo, e subito riaperte. La prima sosta delle maschere, ovviamente, è stata davanti all'Ateneo: lo sberleffo alla casa della cultura era d'obbligo, nella più popolare delle feste, e altre soste hanno regalato allegria lungo tutto il percorso. Con una piacevolissima minaccia: questa era un'esercitazione, ma dall'anno prossimo si fa sul serio. Nel non fare sul serio.
Luigi Almiento