VENERDÌ, 15 MAGGIO 2009
Pagina 1 - Cagliari
di Mauro Lissia
Clamorosa vittoria per le tre famiglie cui la Rfi spa voleva demolire il cortile
L’Immobiliare Europea dovrà fermare subito bulldozer e geometri
CAGLIARI. Arriva l’ordine di stop immediato per i lavori di costruzione della strada d’appoggio al cavalcaferrovia, nell’area dei Fenicotteri: il giudice civile Paolo Piana ha dato ragione alle tre famiglie cui la Rete Ferroviaria Italiana spa, l’Immobiliare Europea di Sergio Zuncheddu e il Comune volevano tagliare il cortile condominiale senza averne alcun diritto e senza sborsare un soldo. La sentenza non lascia dubbi: per adesso la Rfi dovrà pagare spese e onorari ai ricorrenti, mentre per il risarcimento si dovrà decidere con un giudizio da svolgersi a parte.
Per una volta dunque si è realizzata la leggenda di Davide che mette al tappeto Golia: hanno vinto le tre famiglie tutelate dagli avvocati Riccardo Caboni e Fabrizio Murgia, ha perso il colosso ferroviario pubblico patrocinato dall’avvocato Alberto Miglior. Ora ci sarà il secondo round in appello, ma nel frattempo i bulldozer che lavorano per migliorare l’accesso al lussuoso megaquartiere dell’Immobiliare Europea dovranno restare fermi. Sembrava fatta: le ruspe erano già arrivate vicinissimo al muro di cinta del condominio di via San Paolo 100 e i geometri avevano preso le misure in vista dell’intervento demolitore. Ma la famiglia di Mario Murgia e le altre due che si sono rivolte al giudice per ora potranno respirare. Quello spazio condominiale era stato acquistato con tre atti di compravendita tra il 1998 e il 2006. Ma in base alla convenzione stipulata il 27 marzo 2006 tra Rfi e l’accoppiata ‘I Fenicotteri’-Comune il passaggio a livello del chilometro 1,534 tra le stazioni di Cagliari e Elmas dev’essere soppresso. Al suo posto un comodo e moderno cavalcaferrovia da realizzare a spese dell’imprenditore secondo le indicazioni dei tecnici incaricati dalle Ferrovie. Eliminate le attese alla sbarra, l’accesso al nuovo quartiere diverrebbe sicuro e agevole. Solo che in mezzo c’è un brandello di cortile che Rfi ha messo a disposizione dell’impresa Zuncheddu, rappresentata da Carlo Ignazio Fantola, considerandolo di sua proprietà. Al punto da darne per scontato lo sbancamento.
Dapprima si è cercato un accordo, poi Rfi ha deciso come se si trattasse di casa sua: avanti coi lavori. Da qui il ricorso al giudice. Nel quale i legali hanno sostenuto come il cortile fosse stato acquistato in base a un contratto chiarissimo, che prevedeva il trasferimento degli appartamenti e di tutte le pertinenze. A sostegno di questa tesi una lunga serie di riferimenti alle norme che regolano la materia.
Ma per l’avvocato Alberto Miglior, che tutela gli interessi della Rfi, le cose non stavano in questo modo: prima di tutto l’area in questione «non può essere qualificata come cortile» e quindi non rientra fra quelle oggetto della compravendita. Al contrario si tratterebbe di «un vasto piazzale circostante i due corpi di fabbrica e privo di un diretto rapporto di funzionalità e destinazione con questi ultimi». Non solo: secondo il legale da un esame approfondito del contratto di compravendita e dall’analisi del prezzo pattuito a suo tempo si deduce facilmente che quello spazio era escluso dalla proprietà venduta da Rfi. Quindi in sostanza appartiene ancora alle Ferrovie, che possono disporne a piacimento.
Il giudice Piana però ha dato ragione alle famiglie: «Negli atti di compravendita - scrive il magistrato nella sentenza - non è dato ravvisare alcuna pattuizione con la quale le parti abbiano inteso escludere dalla vendita l’area cortilizia». Di conseguenza lo spazio appartiene al condominio, che soltanto se vorrà e dietro un compenso concordato potrà venderla alla Rfi. Ma siccome «è evidente - scrive il giudice - come l’attività edificatoria che la Rfi spa per il tramite dell’Immobiliare Europea spa è in procinto di porre in essere nell’area rappresenti un grave pericolo di danno per la proprietà e il possesso degli attori (i condòmini, ndr) perchè la costruzione della strada previa demolizione del muro perimetrale del cortile li priverebbe della disponibilità del bene, asservendolo in via definitiva all’uso pubblico» i lavori devono essere subito sospesi. L’ordine del magistrato è rivolto «alle sole società che possono di fatto eseguire le opere dannose»: la Rfi e l’Immobiliare Europea. Il Comune - che anche stavolta, come nel caso di Tuvixeddu, è schierato con i costruttori, può stare a guardare.