Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Telecamere in città e paesi, i fondi non bastano per tutti

Fonte: L'Unione Sarda
17 febbraio 2017

Sicurezza, dalla Giunta 7 milioni. Mercoledì 22 si sigla l'intesa col ministero Telecamere in città e paesi,
i fondi non bastano per tutti 

Per combattere criminalità e vandalismo le telecamere aiutano parecchio. Tutti d'accordo i sindaci sardi, la videosorveglianza è un deterrente contro attentatori e teppisti (anche se da sola non basta) e così il piano regionale per l'installazione degli impianti va avanti. Peccato che le risorse non bastino a coprire tutto il territorio, e che le promesse del ministero dell'Interno per contribuire alla rete e dare risposte all'appello dei primi cittadini all'indomani di un periodo nero di attacchi e minacce, un anno dopo siano ancora da concretizzare. Il protocollo d'intesa tra Anci Sardegna, Regione e Prefettura sarà firmato il 22 febbraio, il testo evidenzia che finora «il quadro ha molte ombre, è fortemente disorganico e gli impianti realizzati non sono conformi alle direttive del ministero», auspica «ulteriori forme di raccordo» e impone che i progetti predisposti dai Comuni, d'ora in poi vengano sottoposti preventivamente al Comitato provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza.
L'ANCI Era aprile 2016. L'ex presidente dell'Anci, Pier Sandro Scano, aveva partecipato alla riunione dell'Osservatorio sulle intimidazioni ai sindaci istituito al Viminale e riferito della disponibilità del ministero di mettere 30 milioni per la videosorveglianza in Sardegna. La delegazione dei primi cittadini aveva illustrato al sottosegretario Gianpiero Bocci le richieste: il completamento, «integrando la positiva azione in atto della Regione», delle reti di videosorveglianza con un intervento straordinario dello Stato; il potenziamento delle attività di intelligence; il ripristino del presidio territoriale; una più forte integrazione tra forze dell'ordine e comunità locali; l'inasprimento delle pene dei reati contro gli amministratori locali e il bene pubblico. Mercoledì prossimo a Cagliari, in Prefettura, sarà firmato il patto tra Comuni, Regione e Prefetture. L'obiettivo dovrebbe essere quello di far rientrare tutte le città e i paesi dell'Isola in un percorso armonizzato.
IL PIANO REGIONALE Promosso dalla Regione - avviato dalla precedente Giunta e potenziato da quella attualmente al governo - il progetto “Reti per la sicurezza dei cittadini e del territorio”, che rientra nella strategia dell'Agenda digitale, assicura la disponibilità di 7 milioni 150 mila euro per realizzare un «sistema articolato di videosorveglianza» in 80 comuni e 5 tra unioni e aggregazioni di comuni. «Verrà garantito un costante monitoraggio video nei luoghi nevralgici, allo scopo di prevenire atti illeciti e di ridurre fenomeni di illegalità», comunica l'assessorato agli Affari generali. «Le telecamere installate nei comuni saranno collegate alla rete telematica regionale e nel data center della Regione verrà realizzato il nodo di gestione di tutto il sistema». È solo un primo passo. «L'intervento costituisce la base infrastrutturale per rendere operativa, in una seconda fase, una sofisticata rete di sensori con diverse funzioni». A dicembre scorso sono stati trasferiti i fondi a 36 amministrazioni, che stanno per avviare le gare d'appalto. Si prevede di concludere l'operazione entro la metà del 2018 e nel frattempo si confida nell'aiuto nazionale.
I COMUNI INTERESSATI Sotto i duemila abitanti, 32 enti hanno avuto il via libera, 76 domande non sono state ammesse - fa sapere l'Anci. Fino a 5mila abitanti, sono quindici su 55 le domande accolte; oltre, i progetti passati sono cinque, su 35 presentati. Tempio, Assemini, Iglesias, Alghero, hanno ottenuto ciascuno 120 mila euro, Carbonia 107 mila. Esclusi invece Sassari, Nuoro, Porto Torres, Castelsardo, Sorso, Oristano, Macomer. Per quanto riguarda le Unioni, ammesse sei su undici: Anglona e Bassa Valle del Coghinas, Terre del Campidano, Alta Gallura, Comunità montana 5 del Nuorese, aggregazioni di Orgosolo e Urzulei e del Terralbese.
I SINDACI «Le telecamere sono utilissime, da noi ci sono già in quasi tutte le strutture pubbliche e adesso, insieme con Fonni, Dorgali e Orani, partecipiamo al progetto regionale e le estenderemo», sottolinea Nannino Marteddu, sindaco di Orotelli. «Innanzitutto sono un deterrente per i malintenzionati, e poi sono state preziose in diverse occasioni per aiutare le forze dell'ordine a controllare il territorio e a individuare gli autori di reati e atti vandalici».
Per Daniela Falconi, sindaca di Fonni, «le telecamere sono sì un buon sistema per arginare i rischi, ma non sono la cura. Serve anche e soprattutto una maggiore educazione e una dialogo stretto e aperto tra istituzioni e cittadini, per far comprendere che gli amministratori non sono un nemico, e il bene pubblico una cosa da difendere».
Cristina Cossu