Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Riva , campione per sempre L'abbraccio di Buffon poi il giro del campo

Fonte: L'Unione Sarda
13 febbraio 2017

Al Sant'Elia il presidente Malagò gli consegna il Collare d'Oro del Coni Riva , campione per sempre L'abbraccio di Buffon poi il giro del campo

I l passo lento. L'emozione che lo fa prigioniero. Un intero stadio in piedi, una terra che celebra - ancora una volta, lo farà per sempre - il suo Campione. Chi c'era, ieri sera al Sant'Elia, ha capito che Gigi Riva è questa squadra, questa città, un'Isola e, come ha detto bene il numero uno del Coni, «una figura simbolica del nostro Paese». È venuto a casa di Gigi, Giovanni Malagò, lo aveva promesso e da uomo di sport ha mantenuto la parola. Pochi fronzoli, nessuna fanfara davanti a un mito. Il premio, solo quello, e la missione è compiuta.
Nel ventre dello stadio, immediata vigilia di una partita già pesantissima di suo, una scena che pochi hanno visto e che non dimenticheranno mai: Gigi entra nello spogliatoio del Cagliari, il suo Cagliari, e in quel momento i fotogrammi rallentano, quasi si fermano: la squadra si alza in piedi, c'è silenzio, lui sottovoce saluta e dà il suo incitamento ai giocatori. C'è chi non crede ai propri occhi, qualcuno - stranieri compresi - capisce che Riva è nello spogliatoio che è stato suo, tante volte. Scoppia un applauso. Intenso.
Poi è il momento di sfidare la naturale idiosincrasia di Riva per la vetrina, la passerella, il clamore. Gli fa compagnia Stefano Arrica, uomo di sport e figlio di Andrea, l'uomo che più di ogni altro ha contribuito a lucidare la leggenda del numero 11. Con Gigi ci sono i compagni di allora, da Greatti a Tomasini, da Niccolai a Poli. Il presidente del Cagliari Tommaso Giulini è commosso, si volge verso la nord e chiama un altro coro per Riva. Malagò ha il privilegio di arrivare al centro del Sant'Elia a braccetto con Gigi, l'uomo che scatena ancora emozioni forti, con lo stadio che lo acclama e tira fuori uno striscione bellissimo: “Onore a te Gigi che hai reso grande questa maglia”. Lui, stimolato dal direttore Emanuele Dessì, ringrazia Malagò ed è affettuoso: «Quest'uomo ha preso un aereo ed è venuto fin qui per consegnarmi il premio, grazie». Poi, nonno felice e orgoglioso, saluta le nipotine che lo seguono in tribuna e quasi si scusa con i sardi, con i tifosi, con il calcio: «Sono tutte femmine...». La voce è bassa, il volto - attraverso i monitor in tribuna stampa - è di uno che vorrebbe essere già a casa, a quell'ora, ma che ha il cuore in subbuglio ed essere lì, sotto i riflettori, è il miglior regalo che ci potesse fare. Lo abbraccia Gigi Buffon e le lacrime sono inevitabili, lo stringe a se Daniele Dessena. Un omaggio da brividi.
Poi Riva fa una cosa decisamente fuori protocollo, inattesa e per questo ancora di più toccante: si incammina verso la nord, che lo richiedeva incessantemente, si avvicina e mostra, con orgoglio, il Collare d'Oro, condivisione straordinaria con la gente che lo ama. Fa il giro del campo, dalle curve alle tribune, l'applauso è un interminabile atto d'amore. Malagò, voce squillante e cuore rapito dal momento storico, sottolinea la motivazione che tutti immaginavamo: «Grande uomo di sport, personaggio unico, Riva ha dato dello sport italiano un'immagine straordinaria». Il numero uno dello sport italiano dirà, poco dopo, in tribuna: «Solo qui, solo a Cagliari, si può respirare un'atmosfera simile».
Riva guadagna il tunnel degli spogliatoi, sparisce dentro il Sant'Elia e chissà che tumulto, dentro un cuore rossoblù come il suo. Quella maglia, la stessa che la squadra di Scopigno indossò nella stagione 1969-70, è un altro omaggio al Campione. La indossa il Cagliari, prima di sfidare la Juve. La storia non passa la mano.
Enrico Pilia