Rassegna Stampa

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Sale da gioco e slot machine lontane da scuole e chiese, il comune di Cagliari dichiara guerra alla

Fonte: web Vistanet Cagliari
9 febbraio 2017

Sale da gioco e slot machine lontane da scuole e chiese, il comune di Cagliari dichiara guerra alla ludopatia


Gioco d’azzardo patologico, azzardopatia, ludopatia. Tre nomi per un disturbo solo che dilaga anche nell’isola e che da qualche tempo sta portando le amministrazioni locali a valutare i limiti da porre ai luoghi che promuovono il gioco d’azzardo.

Il comune di Cagliari corre ai ripari e, su proposta votata dal consiglio, predisporrà a breve un regolamento che limiterà gli orari di apertura e la distanza delle sale giochi e dei locali dotati di slot machine da luoghi ritenuti sensibili (istituti scolastici primari e secondari, strutture sanitarie ed ospedaliere, luoghi di culto). L’intervento è una presa di posizione forte, segno della volontà di allinearsi ad altre città italiane nelle quali sono stati già posti dei limiti simili, non in contrasto però con la normativa nazionale né con il terreno di competenza dei sindaci.

In base ad una sentenza del 2015 del Consiglio di Stato, infatti, “al Comune spetta il compito di contrastare i fenomeni di patologia sociale connessi al gioco compulsivo” e “la disciplina degli orari delle sale da gioco è volta a tutelare in via primaria non l’ordine pubblico, ma la salute ed il benessere psichico e socio economico dei cittadini”. <<Le maggiori città italiane – ha dichiarato il sindaco Massimo Zedda – si doteranno di sistemi sempre più limitanti e penso che il Paese non possa far finta che non esista un problema che si ripercuote sui servizi sociali, sulla sanità e sulle famiglie e diventa un problema ulteriore per il Paese. Deve arrivare al Parlamento un grido di allarme>>.

<<Si devono definire le regole, gli orari e i luoghi ammissibili per questi giochi. Non proibirli – ha ribadito Benedetta Iannelli (PD) -, prevenire è l’obiettivo e lo si può fare attraverso un’informazione sui rischi patologici del gioco d’azzardo. Questa è una proposta che la Giunta svilupperà, ma è un segnale importante che il comune deve dare>>.



Di ludopatia sono a rischio in Italia 300 mila persone, con 7 mila persone in cura, per una spesa sanitaria che ogni anno si aggira intorno ai 6 miliardi di euro. Secondo i dati dell’Osservatorio “Young Millennials Monitor – Giovani & Gioco d’azzardo”, poi, nel 2016 il 49 per cento dei giovani ha provato almeno una volta il gioco d’azzardo (Gratta&Vinci o scommesse sportive), mentre il 17 per cento degli studenti delle scuole secondarie superiori è un giocatore d’azzardo abituale. Ma alla condizione drammatica dei giocatori, si deve aggiungere quella del corollario di familiari che subiscono il disagio del proprio marito, padre, figlio rapito dalla prospettiva di un guadagno facile. << Ci viene detto dalle mogli dei giocatori compulsivi – ha ricordato Zedda – che il denaro erogato ai padri di famiglia dai servizi sociali viene speso in questi luoghi, tanto che i nostri servizi non erogano più di fronte a questo tipo di patologie a questi soggetti ma alla famiglia >>.

L’opposizione in Consiglio vuole però andare più a fondo alla questione e si è astenuta dal voto. <<È un fenomeno complesso che va affrontato con maggiore professionalità – ha dichiarato Giorgio Angius (Riformatori Sardi) -, è semplicistico parlare di sale giochi perché c’è anche tutto il mondo del gioco online>>.

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