Autore: Ennio Neri il 02/02/2017 14:34
di Ennio Neri
Addio alla legnaia. Le tribune in legno costruite nell’anfiteatro romano non ci sono più. Nel 2012 la liberazione di platea e primo anello e ora sono spariti anche secondo, terzo e anello e vie di fuga. E non torneranno mai più. Ora il monumento archeologico più importante della città sarà restaurato, dopodiché verrà sistemato un nuovo spazio per gli spettacoli. Ma dei grandi concerti, quelli da 4 mila persone per intenderci, resterà solo il ricordo. La legnaia è stata dichiarata incompatibile sotto il profilo della valorizzazione del paesaggio e così la nuova struttura che sarà sistemata all’anfiteatro sarà leggera e difficilmente potrà accogliere più di mille spettatori. E Maria Luisa Mulliri, funzionaria dell’assessorato ai Lavori Pubblici del Comune ammette: “Abbiamo trovato il monumento in buone condizioni. Non ci sono danni gravi”.
Passare oggi in viale Sant’Ignazio significa rivedere il monumento come 15 anni fa, prima cioè che la “legnaia” le tribune in legno montate nel 2002, fossero sistemate sopra quel che resta dell’antica arena romana. L’anfiteatro, su input dell’ex sovrintendente Minoja, è stato chiuso agli spettacoli nella primavera 2011 dall’allora assessore Giorgio Pellegrini negli ultimi mesi della consiliatura di Floris. Nel giugno 2011 Zedda, neoletto, conferma la decisione anche in virtù di una relazione dell’Iscr (Istituto superiore per la conservazione e il restauro) del Mibact che certificava l’orami definitiva compromissione della legnaia e i pericoli per il monumento (derivanti in primo luogo da muschi e muffe che spuntavano sotto la legnaia a causa dell’umidità). Sempre Zedda parte con la decostruzione: via platea e primo anello. Dopo questa prima fase di rimozione vennero trovati tondelli piantati nella roccia e tracce di scasso che facevano pensare al peggio. Si temeva cioè che dopo la rimozione del secondo e terzo anello delle tribune venissero fuori danni maggiori.
Invece “non abbiamo trovato danni particolari al monumento”, spiega Maria Luisa Mulliri, “i gradoni a rischio per l’umidità causata dalle tribune in legno ora sono al sicuro, i punti di ancoraggio di tutta la struttura sono soltanto 4 e verranno rimossi delicatamente”. Sospiro di sollievo dunque per uno dei monumenti archeologici più importanti dell’Isola.
C’è ancora la gru utilizzata per i lavori e presto verrà rimossa. Dopodiché partirà il restauro del monumento. Infine l’allestimento del nuovo spazio per gli spettacoli. Tempi ancora lunghi perché passo va concertato assieme alla Sovrintendenza ai Beni archeologici.
“La notizia che gli spalti in legno e tubi innocenti dell'anfiteatro romano di Cagliari”, spiega Federico Ibba, consigliere comunale dei Popolari, “montati dalle amministrazioni del centro destra per gli spettacoli, non hanno causato alcun danno alle gradinate originali dell'anfiteatro, ci fa capire quanto sia stata pretestuosa e frutto solo di decisione politica dell'attuale maggioranza di centro sinistra del Comune di Cagliari, quella di chiudere uno spazio per l'arte che tutte le città d'Italia ci invidiavano. Infatti”, aggiunge, sono stati anni di polemiche politiche volte solamente a privare i cagliaritani, i sardi e tutti i turisti di uno spazio per l'arte, la cultura e i concerti unico nel Mediterraneo. Prendiamo atto che l'anfiteatro è rimasto integro e mettiamo da parte una volta per tutte le polemiche”.
Tre le proposte di Ibba: “Inserire l'anfiteatro romano in un grande parco assieme all'orto botanico, finanziare con fondi regionali l'abbattimento del muro di cinta, peraltro già pericolante, di tutto l'orto botanico; punto secondo, riaprire immediatamente l'anfiteatro agli spettacoli e all'arte, pensando spalti che contengano almeno 2000 persone sedute, ad iniziare da questa estate; punto numero tre, sull'esempio dell'arena di Verona, fare una bando internazionale per studiare una copertura come hanno fatto proprio nella città scaligera. In questi giorni, infatti, un'azienda tedesca sì è aggiudicata un appalto da 13,5 milioni di euro, sponsorizzati da azienda privata, che prevede una copertura high-tech di tutta l'arena di Verona. Perché anche noi a Cagliari non proviamo a pensare in grande?”