La Regione: il progetto di un mini gassificatore nel porto non contrasta col Piano energetico
Comunicazione non pervenuta. L'albergo sul mare? «Non ne so niente». Il rigassificatore al porto canale? «Mi avevano parlato di un deposito, se hanno cambiato idea, vedremo. Di certo bisognerà che i progetti passino dagli uffici. Non si può ragionare per compartimenti stagni nello sviluppo di un'area come il porto. Non si può costruire una città davanti alla città, a coprire il centro storico». Il sindaco Massimo Zedda è costretto a fare i conti con informazioni di seconda mano. E valuta gli annunci del commissario dell'Autorità portuale Roberto Isidori che, illustrando il futuro del porto, ha parlato della realizzazione di un rigassificatore nel Porto canale e della costruzione di un hotel a tre piani al posto della vecchia stazione marittima.
CAOS VIETATO «Serve una programmazione armonica. Non ci si può muovere nel caos se si vogliono creare opere che siano utilizzabili immediatamente. Non si può pensare allo sviluppo del porto senza valutare, tra le altre cose, la crescita di Su Siccu, viale Colombo, la Fiera. E poi, sia chiaro: nessuno tocchi il liceo Alberti». Il primo cittadino ha le idee chiare anche sull'impianto utile alla distribuzione del metano liquido.
La differenza sta nella taglia. Quello nel Porto canale dovrebbe essere un rigassificatore in formato mini, a basso impatto ambientale. Un cosiddetto “vaporizzatore” annesso al deposito costiero e necessario per la messa in rete del metano che viene stoccato in forma liquida. Il progetto è ancora in una fase embrionale, porta la firma di Is Gas e avrà la capacità di 20 mila metri cubi. Una quantità necessaria a soddisfare il fabbisogno delle famiglie che vivono nell'area metropolitana ma del tutto insufficiente alle industrie. Nel giorno in cui il ministero dello Sviluppo economico annuncia di aver autorizzato la realizzazione della dorsale sarda per il trasporto e la distribuzione del metano, però, è chiaro che i numeri sono destinati a crescere. Il tema poi è più che mai attuale perché l'amministrazione si prepara a pubblicare il nuovo bando per l'affidamento della gestione della rete a metano ora gestita proprio da Is Gas.
Zedda, nell'attesa di vedere le carte, si mostra prudente. «L'ipotesi di un deposito che serva la città è positiva. Avere un impianto di approvvigionamento in un'area sterile, sotto controllo e di quelle dimensioni porterebbe anche un risparmio dal punto di vista economico e ambientale». Specificare le dimensioni dell'impianto appare doveroso, perché anche solo l'ipotesi che il rigassificatore (quello in formato gigante) possa trovare posto in città viene esclusa a priori. «Avere questo tipo di deposito è un bene e consentirà di sfruttare una rete che è già stata completata e che ora viene sotto utilizzata. Ma un impianto gigante sarebbe un male».
L'ASSESSORA PIRAS Della stessa opinione anche l'assessora regionale all'Industria Maria Grazia Piras: «Qualora servisse un impianto più grande - benché quelli inseriti nel Piano energetico regionale siano tutti di piccola taglia - verrà individuato un altro sito in una delle due aree a vocazione industriale, ovvero Sarroch o Porto Torres. Quel che si sta prospettando sono depositi con rigassificatori molto leggeri». Il decreto ministeriale porta la data del 31 gennaio e dà conto dell'inserimento della dorsale sarda nella rete nazionale. Si tratta di tre linee: quella “Sarroch-Oristano-Porto Torres”, “Cagliari-Sulcis” e “Codrongianus-Olbia”. Se i tempi saranno rispettati i lavori potranno iniziare prima della fine dell'anno.
Mariella Careddu