Anci: serve una mediazione tra le diverse anime dei Sindaci sardi (Roberto Marino Marceddu)
SindaciCome Cittadino e come Amministratore di un Comune di frontiera, tra l’altro poco presente mi si dice alla vita dell’Associazione, intendo esprimere il mio parere sulle ultime vicende in Anci.
Da mesi, l’Anci non riusciva ad eleggere un suo Presidente. Recentemente abbiamo avuto l’elezione di Ciccolini e, dopo le note vicende con lo strascico giudiziario e l’udienza già fissata per l’8 febbraio, si è arrivati a quella di Deiana, in un clima di totale contrapposizione e con una frattura nell’Associazione che pare grave e difficilmente sanabile. Premesso che da decenni Anci risulta essere una vera e propria cinghia di trasmissione a trazione Pd e che a mio parere non ha tutelato come doveva i Comuni, in specie quelli piccoli, nei confronti di scellerate politiche governative e regionali che hanno minato alla base l’autonomia e l’esistenza stessa dei piccoli Comuni, quest’ultima deriva tutta sarda che ha visto contrapporsi ferocemente due Sindaci legati al Pd ha veramente rappresentato il culmine di una parabola discendente di questa Associazione su cui tutti dovremo interrogarci.
Anci vuole essere al servizio dei partiti o vuole davvero tutelare gli interessi dei Comuni ed opporsi alle politiche negative regionali e statali? Il problema non è tanto il Presidente, ma che ruolo vuole esercitare Anci in futuro: vuole continuare ad essere un inutile Associazione incapace di frenare gli assurdi provvedimenti governativi e regionali o, finalmente, recitare il ruolo che dovrebbe? Diversi Sindaci, in prima linea nel denunciare la situazione dei loro Comuni in estinzione, risulta abbiano addirittura approvato nei loro a l’attuazione della riforma delle Autonomie locali (L.R. 2/2016) che contiene previsioni castranti per il comparto, quale quella sulle Unioni dei Comuni coattivamente imposte. Alcuni si sono persino rimangiati le loro affermazioni e dichiarazioni scritte in passato, magari meramente e inutilmente lamentandosi, ma di fatto appiattendosi sulla legge suicida che mina alla base l’esistenza stessa dei piccoli Comuni senza esprimere nei fatti una reale opposizione ad essa. Ma, allora, diversi di questi Sindaci contribuiscono essi stessi all’affossamento dei Comuni per i quali si lamentano? Esiste una contraddittorietà e un’incoerenza assurda per diversi primi cittadini, altrimenti molti di essi non si sarebbero appiattiti sul disegno neocentralistico dei Pigliaru-Erriu-Renzi e si sarebbero rifiutati di approvarlo e o di avvallarlo senza la minima correzione (quale quella del principio dell’adesione facoltativa alle Unioni, laddove ritenute convenienti).
Sul voto che ha portato all’elezione del Sindaco di Bortigiadas, le perplessità non sono poche. Molti dei supporter difendono l’elezione, affermando la legittimità delle operazioni e conoscendo anche la struttura Anci si è convinti di questo, mentre quelli di Ciccolini evidenziano la legittimità della sua elezione avvenuta con numeri ben più consistenti. Detto che entrambi sono degni della nostra stima, resta il fatto che una frattura come quella che si è determinata se non sanata, impedirà di fatto ad Anci di recitare il ruolo dovuto sugli scenari regionali e governativi, stante l’estrema debolezza di un Presidente e un Direttivo non adeguatamente supportati. Infatti, il dato oggettivo, al di là dei rispettivi supporter e delle parole, è che a votare Deiana sono stati soli 118 Sindaci a fronte di ben 377: in pratica gode della fiducia di meno di un terzo dei Sindaci sardi! Questo dato è inconfutabile e incontrovertibile.
La situazione avrebbe meritato un passo indietro dei due candidati e la proposta intelligente di una o due candidature alternative che potevano (e possono) consentire una mediazione tra le diverse anime dei Sindaci sardi (e che benissimo avrebbero potuto e dovuto avanzare altri Sindaci). Si è preferito lo scontro e gli strascichi giudiziari e, comunque, vadano le cose, le conseguenze saranno comunque negative per Anci se non si fa prevalere il buonsenso e si recupera la situazione. Alcuni affermano che con il nuovo candidato non si dipenderà più dai partiti e si tuteleranno gli interessi dei Comuni, finalmente. Detto che ciò rappresenta indirettamente e inopportunamente una grave accusa verso l’altro candidato e i suoi supporter, tanto da cagionare nuove evitabilissime tensioni, ci si chiede come possa un Presidente, facente parte organica dei quadri del Pd, sottrarsi alla sua influenza. Qualora rimanga Presidente lo potrà agevolmente dimostrare e saremo tutti felici di essere smentiti, ma, evidentemente, nonostante sue apprezzate posizioni sulle Unioni dei Comuni, per le quali ci siamo anche ritrovati d’accordo al Cal, sia concesso il beneficio del dubbio, stante che non si ha conoscenza di atti assunti in opposizione alla nuova Legge regionale n. 2/2016, assolutamente sconveniente per i Comuni e non solo per la previsione della coattività delle Unioni. In alcuni Comuni, Amministratori hanno smesso di lamentarsi e di dire sì ad ogni atto imposto dal legislatore ai vari livelli. È giunta l’ora, se si vuole essere davvero coerenti, di dimostrare nei fatti e non nelle chiacchiere di voler davvero tutelare i Comuni e i cittadini. È giunta l’ora di una vera ribellione contro un sistema che sta affossando l’Italia, la Sardegna e i nostri Comuni. I Sindaci ne saranno finalmente capaci?
(admaioramedia.it)