Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Bici più veloci delle auto

Fonte: L'Unione Sarda
28 gennaio 2017

Da piazza Giovanni a piazza Sant'Avendrace e ritorno in 21 minuti

 

Test nel traffico all'ora di punta: meglio pedalare 

 


Si parte tutti insieme da piazza Giovanni XXIII alle 8,10 in punto: chi in auto, chi sul bus (in questo caso l'orario dipende dal Ctm), chi in moto, chi in bicicletta. Si torna alla spicciolata: prima le bici, poi le auto, infine gli autobus. Distacchi non elevatissimi: la prima bici traguarda alle 8,31 (21 minuti netti), la prima auto alle 8,37 (27). Moto competitive sul percorso antiorario (via dei Giudicati, via Liguria, via Is Mirrionis, piazza Sant'Avendrace e rientro), meno su quello orario (via Paoli, via Sonnino, via Roma, viale Trieste, viale Sant'Avendrace, piazza Sant'Avendrace e rientro). Chi era sull'autobus ha completato il percorso con tempi decisamente più lunghi: 50 e 51 minuti.
ASSOCIAZIONE L'esperimento è stato fatto ieri mattina dai volontari dell'associazione Amici della bicicletta, che prosegue l'opera della vecchia associazione Città ciclabile per la sensibilizzazione all'uso del mezzo più ecologico, conveniente e, soprattutto nelle ore di punta, più rapido.
Una replica del test fatto proprio da Città ciclabile 17 anni fa: allora i distacchi furono abissali (le bici completarono in percorso in meno di 23 minuti, l'auto privata in oltre 44), ieri modesti. «Il traffico non era particolarmente intenso», commenta uno dei soci, il magistrato in pensione Giangiacomo Pisotti, che ha viaggiato su una bici con pedalata assistita.
IN VOLATA L'auto su cui era ospitato il cronista, guidata da un'altra socia, Giuseppina Depau, era in testa fino a via Salvemini (percorso in senso orario), quando i due ciclisti, in volata, l'hanno sorpassata raggiungendo il punto d'arrivo con due minuti di vantaggio. In compenso, per una botta di fortuna, proprio alla meta, per l'auto si è liberato un parcheggio: evento raro, in piazza Giovanni. La partenza era stata a netto vantaggio delle bici: già al primo semaforo (via Boiardo) l'auto era già incolonnata dietro un autobus, e dopo due-tre incroci le bici erano in fuga. Soltanto al giro di boa di piazza Sant'Avendrace una dei ciclisti, Maria Luisa Carrada, è stata agganciata e superata, ma ha riguadagnato il vantaggio quando, grazie alla nuova pista ciclabile, ha potuto imboccare via dei Giudicati.
CULTURA «La realizzazione di percorsi riservati alle due ruote è una rivendicazione storica di Città ciclabile», ricorda Andrea Olla, fondatore dell'associazione ecologista. All'epoca, Olla insegnava. Lui e un altro socio, Antonio Cau, erano i “professori pazzi” per gli allievi, sbigottiti dal fatto che andassero a scuola con le bici. «Quando, al tempo della prima Giunta Delogu, chiedemmo piste ciclabili da piazza Matteotti a Marina Piccola, gli amministratori ci dissero di no perché avrebbero intralciato il traffico automobilistico. Un'assurdità». Gli anni sono passati, la cultura della mobilità alternativa si è diffusa e chi sceglie di pedalare non è più visto come un matto: un altro socio, Cristiano Vinci, ricorda l'esperienza della ciclofficina Sella del Diavolo, «in via Principe Amedeo, nel cuore di Marina, dove insegniamo gratis a riparare le biciclette».
BIKE SHARING Con la prima Giunta Zedda le piste ciclabili sono state infine realizzate (non senza polemiche) e ieri, nel test su strada, si sono rivelate decisive nel rendere conveniente la scelta delle due ruote. Ma molto, per i ciclisti militanti, resta ancora da fare. «È vergognoso che sia stato ucciso il bike sharing in città», osserva Olla: «Avevamo invitato l'amministrazione a vigilare sul fatto che le bici a nolo fossero tenute costantemente in manutenzione, invece non è stato fatto e il servizio è fermo ormai da un anno».
Marco Noce