Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stabilimenti distrutti dalla furia del mare

Fonte: L'Unione Sarda
25 gennaio 2017

 

È uno scenario di guerra. L'acqua ha buttato giù le porte delle cabine, 224 delle quali sono da riparare. Il mare ha distrutto i casotti, devastato la rotonda, attraversato il bar e raggiunto la strada». Gilberto Picasso, amministratore dello stabilimento balneare D'Aquila al Poetto, scuote la testa: «Rimettere a posto questo disastro richiederà tempo e tanto denaro».
Non che al Lido sia andata meglio: si sono risparmiati il mare dentro il bar, ma 460 cabine sono da rimettere a posto, il loro contenuto dev'essere smaltito, montagne di sabbia devono essere sparse sull'arenile. In certi punti la sabbia raggiunge gli ottanta centimetri, la media è mezzo metro. La spiagga è una pietraia, i casotti sbattuti ovunque dalla furia dell'acqua sono danneggiati. Lo scirocco ha distrutto i pannelli di legno e di plexiglas della rotonda del Lido. E all'Ottagono, più avanti, la situazione ricalca quella degli altri due stabilimenti investiti dalla furia della mareggiata di sabato, alimentata dalla bufera.
La stagione balneare non è alle porte: il tempo c'è. Ma il sacrificio che sarà richiesto ai concessionari degli stabilimenti, per rimetterli a posto, rischia di mangiarsi in anticipo il guadagno della prossima stagione. «È del tutto evidente che la situazione è eccezionale: stiamo facendo lavorare tutti i dipendenti», aggiunge Picasso, «più altri operai che ci danno una mano. Non chiediamo soldi: cercheremo di arrangiarci da soli, ma la Regione deve mettersi una mano sulla coscienza». E con l'altra, chiedono dagli stabilimenti del Poetto, «deve firmare uno sconto sul canone di concessione dell'arenile per quest'anno. Ma non promette bene», conclude Picasso: «Da viale Trento, nemmeno sono venuti a vedere che cosa è successo qui». (l. a.)