Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Poveri con lo stipendio: questa è la crisi

Fonte: La Nuova Sardegna
11 maggio 2009

DOMENICA, 10 MAGGIO 2009

Pagina 1 - Cagliari



Caritas, Provincia e Inps raccontano dei nuovi volti dell’indigenza locale



«La fascia debole non è più quella dei pensionati ma è nell’età tra 35 e 55 anni»

CAGLIARI. Anche i ceti ad alto reddito si rivolgono con sempre maggiore frequenza al credito al consumo e la fascia socialmente più fragile, ormai, non sono più i pensionati, bensì gli uomini e le donne fra i 35 e i 55 anni che non hanno mai raggiunto il traguardo di un lavoro sicuro e hanno una formazione culturale modesta. Il povero tradizionale, nato così e rimasto tale cui si pensava di aver provveduto con un pasto caldo e un tetto per ripararsi, è quasi una storia della nonna di un passato forse vicino cronologicamente, ma ben lontano per un’evoluzione sociale che marcia spedita.
Oggi i poveri possono anche avere uno stipendio; la maggior parte ha conosciuto tempi di relativo benessere; tutti sono accomunati da un percorso dove l’indigenza è arrivata a causa di un possente squilibrio (lutto, malattia, chiusura di un’azienda) intervenuto in un tenore di vita misurato ma normale. Lo spaccato dalle molteplici letture, è emerso ieri nelle relazioni al palazzo Regio del direttore della Caritas, della vicepresidente della Provincia, del direttore provinciale dell’Inps e degli altri invitati alla tavola rotonda promossa da Gabriele Andria, presidente del club Rotary Cagliari Nord, il quale, nell’affrontare il problema «Crisi economica: fasce deboli e povertà», ha voluto sottolineare come le parole certo non servano a risolvere queste situazioni, ma «la conoscenza serve per creare strumenti». «Nel mondo un miliardo di persone vive con meno di un dollaro al giorno - ha spiegato Andria -. Ma anche in Italia, paese ricco, ci sono situazioni drammatiche e nuove: di questo vogliamo discutere per capire cosa fare attraverso i nostri progetti di volontariato locali». Don Marco Lai direttore della Caritas: «Dai nostri osservatori che sono i centri di ascolto, l’ambulatorio, le mense, vediamo che cresce il numero delle famiglie che improvvisamente sprofondano nella povertà. Dietro c’è sempre una storia di disoccupazione». Che fare: «Certo bisognerebbe recuperare un senso etico della politica. E’ necessario che si riprenda il tema dello stato sociale non come qualcosa di aggiuntivo, ma di sostanziale nel tessuto dello stato. Questo andrebbe a premere sul senso di responsabilità sociale di ciascuno». Roberto Pili presidente del consiglio provinciale: le nuove povertà vengono da lontano, «questa classe dirigente 15 anni fa aveva gli schemi matematici che mostravano chiaramente quel che sarebbe accaduto alla nostra economia e ha la responsabilità di non aver messo l’Italia davanti alla necessità di fare scelte. E ora solo con un grande progetto si può ritrovare fiducia». Ieri si è confermato che il tema della fiducia non è qualunque quando si affrontano le nuove povertà: «La Banca Mondiale - spiegava la vicepresidente della Provincia Angela Quaquero - suggerisce di indagare sulla capacità umana: questo consente di capire se l’indigente è in grado di accedere alle risorse per uscirne che esistono. L’isola è regione al quintultimo posto in Italia per disponibilità di reddito: nel 2006 la linea della povertà era di 960 euro mensili per 4 persone, nel 2008 1080. La povertà è soprattutto delle donne: se una donna lavora ha bisogno di un’altra donna che lavori in casa sua, attività quasi sempre in nero: ecco, se il lavoro di cura fosse considerato spesa di produzione reddito, potrebbe emergere perché scaricabile. Con la Caritas stiamo attivando forme di microcredito veloce per promuovere piccole attività lavorative, come quelle artigianali». Giuseppe Scura direttore Confcommercio di Cagliari: «Il terziario non ha più l’effetto spugna: assorbire i lavoratori espulsi da altri settori, la cassintegrazione prima era rara, ora non più. Nelle ricerche emerge che le famiglie si difendono col risparmio». Il dato secco sull’aumento della povertà lo ha portato Francesco Severino direttore provinciale dell’Inps: «Le spese per la disoccupazione sostenute dall’Istituto tra il 2008 e i primi mesi del 2009 è aumentata dell’10,77 per cento». (a. s.)