Regione, Anci e Consiglio per le autonomie locali suonano la carica, domani vertice con Zedda
Rabbia per i milioni negati alla Città metropolitana e alle Province Domani pomeriggio appuntamento all'assessorato regionale agli Enti locali: c'è da studiare una strategia per scampare alla beffa, parare lo schiaffo, sventare uno scippo che potrebbe valere 80 milioni. Soldi che servono alla Città metropolitana di Cagliari e alle province sarde «per garantire servizi essenziali: strade, scuole, ambiente». Il tentativo di tagliare fuori Sardegna e Sicilia dalla restituzione delle somme trattenute due anni fa nel «caso primo e unico di prelievo forzoso dalle casse delle Province», ringhia l'assessore regionale agli enti locali Cristiano Erriu, è «inaccettabile».
IL VERTICE È sua la richiesta di incontro urgente inviata ieri pomeriggio al sindaco della Città metropolitana di Cagliari, Massimo Zedda, al presidente del Consiglio delle autonomie locali, Andrea Soddu, e al presidente dell'Anci Sardegna, Pier Sandro Scano. «Dobbiamo reagire come un sol uomo», avvisa l'assessore.
IL CAL Sull'inferocito andante anche Andrea Soddu, sindaco di Nuoro e presidente del Cal (Consiglio delle autonomie locali): due anni fa, quando in sede di approvazione della Legge finanziaria, «per rientrare nei parametri europei» ci fu da prendere, lo Stato prese da tutte le Regioni, ordinarie e speciali. Dalle casse della Provincia di Cagliari, stima Erriu, sparirono poco meno di 20 milioni di euro. Private di quei fondi, le Province, di cui si attendeva l'abolizione, chiusero in passivo. Ora, sottolinea Soddu, «dopo un pronunciamento della Corte costituzionale», c'è da restituire quei soldi «alle Province o agli enti che a esse sono subentrate nelle funzioni». Ed ecco che Sardegna e Sicilia sono escluse dal riparto «con la motivazione che “hanno una loro finanza”». Peccato, osserva però il sindaco di Nuoro, che nelle “finanze” delle isole quei soldi non ci siano.
IL SINDACO Il caso è esploso nei giorni scorsi: «Giovedì - racconta Massimo Zedda - nell'ultima riunione a Roma dell'Anci, ho parlato con il ministro De Vincenti e con il presidente dell'associazione nazionale dei Comuni Decaro perché quei finanziamenti spettano alle Province e alla Città metropolitana di Cagliari. Nella stessa giornata, durante la conferenza con lo Stato, i rappresentanti delle Regioni e delle città metropolitane non hanno dato l'intesa e il via libera su una ripartizione di risorse che escluda la Sardegna e la Sicilia».
IL DECRETO La ripartizione contestata si trova nello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, articolo 1, commi 438 e 439 della legge di bilancio 2017. Sul piatto, poco meno di un miliardo di euro (969 milioni). «L'articolo 116 della Costituzione - ricorda Cristiano Erriu - al primo comma tutela l'equilibrio finanziario degli enti locali. Tutti gli enti locali, senza distinzioni fra Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto speciale». Quindi? «Reagiremo. L'esclusione è il frutto di una scelta politica contro cui metteremo in campo iniziative politiche». La prima? I rappresentanti degli enti locali in sede di Conferenza Stato-Regioni non approveranno i commi che contengono lo schema di ripartizione. E poi? «Siamo pronti a impugnare il decreto».
«STOP AI TRIBUTI» Dal centrodestra arriva l'incoraggiamento a fare di più: «Il Consiglio regionale deve essere immediatamente investito della questione, al fine di consegnare un mandato preciso alla Giunta», scrive Ignazio Locci, vicepresidente del Consiglio regionale: «È necessario aprire una nuova vertenza entrate: non possiamo restare inerti mentre da Roma ci scippano le risorse e non ci consentono di garantire servizi al cittadino. Bisogna assicurare indirizzi precisi ai commissari delle Province sarde affinché provvedano all'eliminazione di ogni tipo di tributo provinciale che i cittadini versano allo Stato».
Marco Noce