Il sindaco su Fb e Twitter ha invitato i cittadini a stare a casa
«Non solo le alluvioni sono pericolose: se cadono gli alberi, volano le coperture dei tetti e la laguna di Santa Gilla si unisce al mare perché la Statale 195 è sommersa, il pericolo è grave e sarebbe il caso che gli avvisi di allerta meteo ne tenessero conto». Massimo Zedda, sindaco di Cagliari e metropolitano, ieri su Facebook ha invitato i cittadini a stare a casa in barba alle segnalazioni della Protezione civile regionale, che aveva invece emesso un avviso di allerta meteo giallo: meno grave del rosso, indica un rischio idrogeologico e idraulico ordinario. «Intanto, in giro accadeva di tutto», sbotta Zedda.
Sarà vero che la fortuna aiuta gli audaci, ma il primo cittadino cagliaritano non vuole eccedere in quell'audacia. «Finora siamo stati fortunati, malgrado i ripetuti avvisi di sottovalutazione emessi nel tempo dalla Protezione civile regionale, ma la fortuna non può durare per sempre. Chiedo che gli avvisi di allerta siano coerenti con gli effettivi pericoli che la situazione meteorologica comporta per i cittadini».
Così, mentre l'allerta gialla della Protezione civile regionale non poneva grandi limitazioni, Zedda firmava ordinanze urgenti di chiusura di strade, singole scuole, parchi, giardini e cimiteri. «L'invito a tutti», ha scritto ieri su Facebook, «è limitare al minimo indispensabile gli spostamenti in auto o a piedi, per evitare possibili pericoli derivanti in particolare dalla caduta di rami e per non intralciare il lavoro delle squadre, che sono tutte all'opera nelle operazioni di messa in sicurezza delle strade».
Sulla chat su WhatsApp che collega tutti i 17 sindaci della Città metropolitana, Zedda ha trovato nei colleghi il suo stesso malumore per gli avvisi troppo ottimisti. «Non ci fidiamo più», sbotta il sindaco di Cagliari, «telefoniamo noi all'ufficio meteo dell'Aeronautica a Decimomannu, ci muoviamo autonomamente. Anche quando la Protezione civile regionale parla di rischio basso, mandiamo fuori tutte le squadre di emergenza. Basta con la sistematica sottovalutazione dei pericoli». (l. a.)