Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari ancora all'anno zero

Fonte: L'Unione Sarda
11 maggio 2009


Inadeguati Poetto, alberghi e terminal crociere

Un viaggio nelle novità del turismo sardo. La prima tappa è Cagliari, costretta dal fenomeno Ryanair a confrontarsi con l'industria delle vacanze. Con risultati imprevedibili.
di PAOLO PAOLINI
Ultimissime dal centro storico: plotoni di turisti inglesi, spagnoli, francesi e giapponesi conquistano i bastioni Saint Remy e Santa Croce. Lo sbarco in massa indotto da Ryanair mette a nudo i limiti di una città che turistica non è mai stata. Ne ha le potenzialità e l'ambizione, non ancora i servizi e la mentalità. Dice l'imprenditore Alessio Raggio, azionista di maggioranza del divertimento in Castello: «In un momento così delicato dobbiamo smetterla di fare i cagliaritani. Basta con i rinvii, una svolta è indispensabile». Tenendo a mente che in questo settore la concorrenza è spietata, il fallimento di una località è un'opzione sempre nelle mani di chi sceglie dove e quando andare in vacanza.
Si fregano le mani i proprietari dei bed & breakfast, esonerati (per ora) dalla concorrenza degli alberghi. Dei venti hotel di Cagliari soltanto pochissimi sono moderni, ancora meno quelli compatibili con le esigenze - e il portafogli - della media di chi viaggia per turismo. E poi c'è un problema di numero: duemilaottocentoquarantuno posti letto possono bastare? «So che stanno per essere presentati alcuni progetti, due in particolare», dice il sindaco Emilio Floris, «Tante zone potranno ospitare i nuovi hotel, compresa Calamosca con la riconversione delle servitù militari».
Nel 2009 Ryanair stima di trasportare a Elmas un milionequattrocentomila passeggeri ripartiti in ventiquattro rotte. L'occasione giusta per cambiare pelle, a patto che lo si voglia davvero. «I commercianti si dovranno adeguare alle nuove abitudini», prevede il sindaco. Complicato scommetterci in una città dove, di domenica, è frequente vedere ondate di croceristi infrangersi sui negozi chiusi della Marina. Per restare in tema: è nato un terminal dedicato alla crociere, ma in quello spicchio di mare la profondità non è sufficiente. Paolo Fadda, presidente dell'Autorità portuale, la vede in un altro modo: «In questi giorni stiamo concludendo dodici appalti. Però il terminal è sempre stato in funzione. Sottotono, ma in funzione. E da quest'estate sarà dato in gestione. Già oggi in quel punto c'è il fondale sufficiente per navi da 1500 persone. Quelle più grandi? Arrivano nel molo Rinascita. In tutto il 2009 sono previsti oltre sessanta attracchi, forse di più». D'accordo, ma gli scavi sul fondale non si potevano fare prima?
Qualcuno ribatterà: il porto ha bisogno di un lifting, ma Castello è una meraviglia. Gli ascensori sono la porta d'accesso: «Se quello è il biglietto da visita, stiamo freschi», polemizza Raggio, «spesso non funzionano». Non aiuta quel sovrappiù di legno posticcio. «Ho dato l'ordine di buttare giù le baracche», garantisce Emilio Floris. Sarà, ma ieri quella sopra il parcheggio di viale Regina Elena era ancora al suo posto.
A Cagliari spesso si guarda al futuro con fiducia, soprattutto tra i politici. Alzi la mano chi non ha mai sentito queste frasi: «Completeremo il percorso sotterraneo», «scomparirà l'armatura d'acciaio dal palazzo di piazzetta Martiri», «il Poetto avrà un percorso pedonale-ciclabile ed entro quest'anno cambierà faccia». Ancora parole: «L'ospedale marino sarà al servizio del turismo» e «avremo il trenino stazione-aeroporto». Sì, ciao...
«Investendo una somma considerevole abbiamo creato l'opportunità per far arrivare nuovi turisti», sostiene Giancarlo Deidda, presidente della Camera di commercio, cioè il bancomat da cui la Sogaer preleva buona parte dei soldi per pagare la compagnia irlandese - «La sfida è alzare la qualità dei servizi che offriamo, anche per il mercato locale». Il rischio è evidente: «Se questo avverrà, e sono sicuro che andrà così, l'investimento sarà duraturo, altrimenti sarà difficilmente sostenibile». In parole povere, la Ryanair atterrerà da un'altra parte.
Gian Pietro Liori, preside dell'istituto alberghiero di Monserrato, la vede da un'altra prospettiva. «Se si riuscirà a creare un vero sistema turistico, i ragazzi cagliaritani avranno una chance in più per il futuro». Perché «ci sono milletrecento studenti che potrebbero arrivare nell'industria delle vacanze con una preparazione specifica, portando la professionalità che oggi è l'anello debole del settore».
Fabrizio Frongia presiede il consorzio Camù, avanguardia pubblica tra cultura e spettacoli. Ad aprile ha conquistato un piccolo ma significativo successo: «Nonostante Cagliari sia attrezzata per nulla dal punto di vista turistico, su sollecitazione comunale abbiamo aperto a Pasquetta i nostri centri ed è andata benissimo». L'idea di grandi eventi spot per creare un'immagine non gli fa fare salti di gioia: «Oltre al problema dei soldi c'è quello dello spazio. L'anfiteatro ha cinquemila posti, per certi concerti non bastano cinquantamila». Un patto tra pubblico e privato? «È una strada percorribile. Quando Mauro Meli era sovrintendente dell'Ente lirico certi concerti richiamavano spettatori da tutta Italia e oltre. I costi sono elevati, senza il privato non più sostenibili. E per giunta se la città non è attrezzata i turisti vanno via insoddisfatti la mattina successiva». Un buco nell'acqua pagato profumatamente: chiaro il rischio?
(1 - continua)

11/05/2009