L'ondata di freddo ha mandato in tilt gli impianti di riscaldamento di molti istituti cittadini
E in via Stoccolma i bambini vengono portati al caldo in palestra
Bambini in palestra in via Stoccolma, coperte nelle classi del Dettori. E, poi, disagi al Siotto, al Martini, al Pacinotti e in tante scuole ancora: non si può certo dire che gli studenti cagliaritani siano stati accolti in maniera calorosa al rientro dalle vacanze natalizie. Anzi, sono stati accolti con grande freddezza. Nel vero senso della parola: i termosifoni sono riusciti a battere il freddo che ha “colonizzato” aule e corridoi. Così, mentre ieri i bambini del plesso di via Stoccolma sono stati portati, nelle prime ore della giornata nella parte più calda, la palestra, gli studenti del Dettori hanno messo in atto una protesta non solo simbolica: alcuni si sono presentati a scuola forniti di coperta e hanno seguito le lezioni sotto le pesanti coltri.
I BAMBINI È un bollettino di guerra, quello delle scuole cagliaritane. E, almeno per il momento, il “Generale inverno” sembra il vero vincitore. «Martedì», racconta la dirigente scolastica di via Stoccolma Marcella Vacca, «un piano era riscaldato mentre l'altro era al freddo. Il giorno dopo, invece, il gelo ha raggiunto anche l'altro piano». Ed è stato deciso di portare, almeno per le prime ore di lezione, i bambini in palestra, nella parte meno fredda della scuola. «Qualche genitore ha proposto di portare nelle classi le stufette. Ma si sarebbero creato situazioni decisamente pericolose per gli alunni. E, quindi, abbiamo preferito portarli in palestra». Fortunatamente, nel corso della mattinata, il freddo si è fatto meno pungente e i bambini sono potuti tornare in classe. E, anzi, un gruppo decisamente numeroso è stato, addirittura, portato a giocare nel cortile.
LE AUTORITÀ Vacca, naturalmente, si è messa immediatamente in contatto con gli uffici comunali (le scuole primarie sono di competenza, appunto, del Comune). «E subito sono arrivati i tecnici». Nel plesso di via Parigi hanno sostituito un tubo che si era rotto, in via Stoccolma hanno fatto quello che potevano. «Ma, con questi impianti e con queste norme, più di tanto non potevano fare».
LA PROTESTA Martedì è stata una giornata di gelo anche al Dettori. E gli studenti di alcune sezioni hanno deciso di protestare, presentandosi il giorno successivo a scuola con una coperta. Detto, fatto: in tanti hanno seguito le lezioni continuando a indossare giubbotti e cappotti; i contestatori, invece, hanno fatto ricorso a una più funzionale coperta sulle spalle. Una protesta che ha messo dalla stessa parte della barricata studenti e professori. Addirittura, un gruppetto di ragazzi, finite le lezioni, è andato a scattare l'ormai tradizionale selfie vicino ai termosifoni delle stanze destinate alla dirigenza della scuola.
LA SITUAZIONE Ma perché gli impianti, datati praticamente in tutte le scuole, sono andati in tilt proprio in questi giorni? Il caso ha voluto che l'ondata di freddo sia arrivata proprio al termine delle vacanze invernali, due settimane nel corso delle quali le scuole sono rimaste chiuse e, di conseguenza, non stati accesi gli impianti di condizionamento. Al ritorno, con gli istituti gelidi quei termosifoni hanno avuto bisogno di tempo per ricominciare a girare a pieno regime.
LA NORMATIVA A complicare le cose, il clima da spending review: in passato, i presidi potevano gestire autonomamente gli impianti di riscaldamento delle loro scuole. Se si sentiva troppo freddo, potevamo mandare il bidello a intervenire sulla temperatura. Ora, invece, non hanno più alcun potere decisionale: devono adeguarsi alle norme che stabiliscono il calendario e gli orari di accensione. E se a scuola c'è freddo, be', gli studenti si arrangino.
Marcello Cocco