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L'Anci Sardegna promuove i Cie, i nuovi centri di identificazione ed espulsione proposti dal ministro dell'Interno. "Le iniziative - spiega il presidente dell'associazione Pier Sandro Scano commentando il piano nazionale di riparto dei migranti - ci sembrano andare nella direzione da tempo auspicata. Non condividiamo le valutazioni negative espresse da diverse parti d'Italia e in Sardegna e riteniamo che, non nel vecchio modello assolutamente inadeguato, ma nella logica nuova della proposta del ministro, il Cie sia uno strumento essenziale per le necessarie politiche di rimpatrio dei non aventi diritto e di prevenzione sul piano della sicurezza".
Sull'eventuale apertura di Cie nell'Isola si attendono le decisioni del ministero, fa sapere la Prefettura di Cagliari. Quanto alle nuove regole di ripartizione, l'Anci Sardegna le accoglie positivamente ma, sottolinea il direttore Umberto Oppus, "chiediamo garanzie sui finanziamenti ai Comuni per mettere a norma le strutture che diventeranno Sprar e di facilitare le procedure amministrative per gli interventi di questo genere".
"Il Piano - aggiunge Scano - costituisce una novità positiva e contiene due punti fondamentali che Anci Sardegna e sindaci condividono: il principio cardine della proporzionalità dell'accoglienza rispetto alla popolazione residente e il passaggio graduale dell'accoglienza dal sistema gestito dai prefetti al modello imperniato sugli enti locali. L'accordo è positivo per quello che c'è ma - precisa - insoddisfacente per ciò che non c'è".
Secondo il presidente, infatti, l'intesa dovrebbe riguardare anche "la regolazione degli ingressi, le procedure di identificazione e di riconoscimento di status, i tempi incomprensibilmente lunghi per le procedure, il problema dei rimpatri dei non aventi diritto, il rapporto tra accoglienza-integrazione e inclusione, gli strumenti e le risorse per l'inclusione attiva".