Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Intrecci di memoria per raccontare Santa Caterina

Fonte: L'Unione Sarda
7 maggio 2009

Manifestazioni Cagliari, Monumenti aperti



Intrecciare la memoria. Quella dei bambini delle elementari Santa Caterina di Cagliari e quella degli ex-allievi di questa scuola-monumento aperto, che per il primo anno ha aderito alla manifestazione di sabato e domenica scorsi, registrando un afflusso di 1600 visitatori. Tutti in costante coda fuori dal portone di via Canelles 1, spalle al bel vedere del Bastione, in attesa di scoprire la scuola com'era e com'è diventata, di varcare dopo decenni, per alcuni ex, le soglie di aule ancora impresse nella memoria per lo splendido panorama su cui si affacciano, oltre che per l'aura aulica così lontana dalle moderne scuole. Ha funzionato tutto, nella prima volta di Santa Caterina a "Monumenti Aperti", grazie ad un manipolo di insegnanti con esubero di idee e iniziative da proporre ai loro allievi (coordinatrici, la dirigente scolastica Rosa Maria Manca e la vicepreside Carmen Sulis). E grazie anche alla corale partecipazione di 130 comparse, fra bambini-guida e genitori-addetti alla sorveglianza.
In principio era il caos, nei sotterranei. Macerie, mobili accatastati, materiali vari, che ostruivano anche la cisterna romana. In mezzo, però, tanti oggetti e cimeli da ripulire ed aggiungere a tutte le altre testimonianze già conservate e catalogate negli archivi della scuola. Un lavoro impegnativo, svolto con l'aiuto del Comune, che ha provveduto allo smaltimento dei materiali ingombranti, e grazie al volontariato delle stesse insegnanti, che con sensibilità e passione si sono dedicate all'allestimento della memoria storica del luogo. Risultato: un percorso a quattro tappe, minuziosamente spiegato dagli alunni delle diverse classi, calati nel ruolo di guida con un entusiasmo che ha portato tutti a sforare i turni previsti. Dall'aula con la tipografia Saroglia del 1912, restaurata e resa funzionante, completa di migliaia di caratteri di piombo, torchi di legno, bottiglie di inchiostri, alla documentazione storica sull'edificio, dalle sue origini seicentesche di monastero di suore domenicane alla conversione, cent'anni fa, in scuola elementare. Poi giù ai sotterranei, col gabinetto dentistico e il lettino del medico del presidio scolastico, la cisterna, una serie di oggetti della refezione, con tazze di terraglia Ginori col marchio comunale e pentole di alluminio. Infine, al primo piano, un'aula che pareva uscita da Cuore di De Amicis: i banchi a due di legno, la lavagna di ardesia, la poesia dei libri didattici illustrati di allora, cartine e mappamondo antichi, sigilli di ceralacca, pennini, bustine di inchiostro in polvere. E loro, i bambini delle due prime, a raccontare, dapprima un po' intimiditi, poi come padroni di casa, di punizioni e calamai, grembiuli con fiocchi e distinzione fra classi maschili e femminili. E ad ascoltare incuriositi qualche testimonianza dei visitatori, facendola propria con i gruppi successivi. È senz'altro stata questa, per una scuola che quest'anno compie il suo centenario, la più bella e costruttiva maniera per festeggiare. Con un numero inaspettato di invitati, pronti a raccontare la loro Santa Caterina.
RAFFAELLA VENTURI

07/05/2009