Lo striscione di un gruppo di migranti: «Siamo tutti nello stesso barcone»
CAGLIARI. Circa duemila persone alla trentesima edizione della Marcia della pace promossa dalla diocesi di Ales e Terralba. Il corteo, per la prima volta a Cagliari, è partito poco dopo le 15 di oggi 29 dicembre dal sagrato della Basilica di Bonaria. In prima fila gli studenti, poi sindaci e autorità religiose. Tra loro l'arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio. Tanti migranti alla manifestazione.
Emblematico uno striscione esposto: «Siamo tutti nello stesso barcone». Un mix anche di religioni: presente il portavoce della comunità islamica della provincia di Cagliari Omar Zaher. Un Sì all'integrazione con la Caritas protagonista. E un No alle armi e alla guerra. Tra le associazioni presenti anche la Tavola sarda della pace, Sardegna pulita, Assotzius consumadoris.
«Viviamo in un mondo di violenza globale - ha detto questa mattina durante i laboratori tematici con gli studenti don Angelo Pittau, promotore della marcia - una violenza che constatiamo anche nella nostra Sardegna. Si stima che 250 milioni di persone nei prossimi anni cercheranno di lasciare i loro paesi a causa delle guerre e della miseria. Una violenza che opprime i deboli in una società che 'scartà, che crea povertà, che costringe i giovani a emigrare».
Ospite-testimone della giornata è don Maurizio Patriciello, parroco di Parco Verde di Caivano, nella diocesi di Aversa. «Occorre partire dalla non violenza come stile di vita innanzitutto
personale - ha sottolineato - che parta dalle piccole cose, attraverso un cuore pacificato, sereno, ricordando che solo la pace è santa. Dobbiamo rifiutare gli atti di prepotenza, perché dietro essi c'è sempre qualcuno che paga anche con la vita. Non ci sarà mai pace senza giustizia».