Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Aprire non conviene»

Fonte: L'Unione Sarda
28 dicembre 2016

I commercianti: «Con chi sbarca dalle navi non copriamo le spese»

 

Lunedì negozi del centro chiusi per i croceristi

 

 

«I croceristi non spendono, tenere aperti i negozi non conviene». I commercianti cagliaritani non vogliono finire sul banco degli imputati per aver tenuto chiusi i loro esercizi commerciali il giorno di Santo Stefano. Sia quelli a conduzione familiare che i colossi della distribuzione. Lunedì oltre 4500 turisti sono sbarcati al porto di via Roma dalla nave della Costa Diadema e hanno invaso le vie del centro storico. Che hanno trovato desolatamente deserte. Un'occasione persa? Una scelta obbligata per non appesantire i conti? Giusto o sbagliato chiudere all'arrivo di una marea di potenziali acquirenti?
NIENTE AFFARI «Con i croceristi non si lavora. Non comprano e anzi affollano i negozi impedendo l'ingresso a chi è interessato davvero all'acquisto». Stefania Putzu, di Vico B, in via Dettori, non ha tentennamenti. «C'è una bella differenza tra i turisti Ryanair e quelli che sbarcano dalle navi: acquistano cianfrusaglie nei negozietti e dagli ambulanti. Quest'estate, per l'arrivo contemporaneo di tre crociere, abbiamo tenuto aperto senza riuscire neanche a coprire le spese».
SCARSA INFORMAZIONE Paolo Angius, di Paul's Bags, in via Garibaldi, fa un'altra analisi. «Ci vorrebbe maggiore informazione: nessuno sapeva dell'arrivo della nave», sentenzia da dietro il bancone. «La vecchia Autorità portuale spediva le email ai negozianti. Ora, nonostante le richieste, nessuno ci comunica il loro arrivo». Poi passa ai bilanci. «Veniamo da 40 giorni ininterrotti di apertura, compresi sabato e domenica. I piccoli negozi sono a conduzione familiare e il giorno di Natale e Santo Stefano molti li passano in famiglia». Ci possono essere eccezioni. «Siamo commercianti - precisa Angius - e non enti di beneficenza. Ci fosse la convenienza rimarrei aperto anche in questi giorni. In estate ho provato a tenere aperto per i croceristi, ma non sono rientrato neanche delle spese». Sulla stessa linea Gabriele Scalas, di Loi abbigliamento, in via Roma. «A Santo Stefano chiudiamo sempre. Non sapevamo dell'arrivo dei turisti, altrimenti probabilmente avremmo tenuto aperte le serrande». Avete perso un'occasione? «Chissà, i croceristi difficilmente acquistano a terra: a bordo hanno tutto. A meno che non siano russi».
LA CULTURA RENDE Musei, Centri comunali d'arte e mercatini aperti. La città che offre cultura e tradizione ha funzionato alla perfezione. Così come le librerie che coraggiosamente il 26 hanno deciso di rimanere aperte. Vincendo la sfida. «Abbiamo avuto un ottimo movimento», afferma Alessandra Siddi, di Feltrinelli, in via Roma. «Ci siamo coperti abbondantemente le spese». Con i croceristi com'è andata? «Bene. Ma anche i cagliaritani hanno approfittato dell'apertura per acquistare regali o cambiare libri. Comunque nave o non nave le nostre serrande sarebbero state alzate in ogni caso. Come nell'altra libreria di via Paoli». E con i costi e i dipendenti? «Facciamo turni e orario continuato. È solo una questione di organizzazione».
LIBERTÀ DI SCELTA «È in atto un cambiamento lento. Vi siete dimenticati cos'era Cagliari 10 anni fa a Ferragosto?». Roberto Bolognese, presidente di Confesercenti va subito al sodo. «Gestire un negozio, soprattutto se a conduzione familiare, comporta dei sacrifici non solo economici. Non sempre turisti fa rima con acquisti. È una questione di offerta. I ristoranti funzionano, non possiamo pretendere che i croceristi acquistino scarpe o abbigliamento».
Giuseppe Scura, direttore di Confcommercio. «Possiamo anche sensibilizzare i commercianti, ma alla fine la decisione finale spetta a loro. Se chiudono non hanno tutti i torti: è necessario tenere conto dei costi e dei riposi del personale».
Andrea Artizzu