Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Città metropolitana, il sogno svanito

Fonte: L'Unione Sarda
7 maggio 2009

Cagliari fuori dall'elenco. “Promosse” Bari, Bologna, Genova, Firenze, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Torino e Venezia

Dal 2000 la Regione non ha mai recepito la riforma

L'ex presidente Pili ricorda che la questione venne bloccata in Consiglio regionale. Il sindaco: «Battaglia decisiva per il futuro».
Cagliari rischia di perdere il treno delle Città metropolitane. La possibilità è diventata ancora più concreta dopo che nei giorni scorsi il Parlamento ha varato la legge sul federalismo fiscale, all'interno della quale sono state per ora individuate 9 città italiane con status di area metropolitana. Un nuovo strumento di governo previsto dalla legge 142 del 1990, che conferisce alle città capoluogo il ruolo di guida in tutto il loro territorio di influenza. Uno strumento che potrebbe risultare decisivo per lo sviluppo dell'area vasta di Cagliari, attualmente frastagliata in una miriade di Comuni slegati tra loro, spesso propugnatori di politiche di sviluppo diverse.
LE RESPONSABILITÀ Cagliari, al pari della friulana Trieste e delle siciliane Palermo, Catania e Messina non fa per ora parte dell'elenco. Tutto colpa dell'inerzia delle Giunte regionali che si sono succedute negli ultimi nove anni (dall'entrata in vigore del Testo unico degli enti locali, che ne regola le funzioni), che mai hanno fin qui posto la questione nella loro agenda di governo. «Ricordo che si trattava di una questione più amministrativa che legislativa - ricorda Mauro Pili, presidente della Regione tra il 2001 e il 2003 - all'epoca posi la questione all'attenzione della commissione Autonomia, che era presieduta da Emanuele Sanna. Ma il provvedimento non vide mai la luce, credo soprattutto a causa di contrasti che riguardavano le autonomie locali». Massimo Dadea, assessore agli Affari generali nel quinquennio dell'amministrazione Soru, non ricorda che la questione sia mai stata all'ordine del giorno: «Non era nel nostro programma - ricorda - né posso dire di aver appreso di una qualche sollecitazione da parte degli enti locali interessati».
IL RISCHIO È che, con l'entrata a regime della legge sul federalismo fiscale (che prevede l'autonomia di entrate e spese per gli enti locali, con un intervento dello Stato che si limiterà a una partecipazione riferita a costi-standard a livello nazionale e non più sulla spesa storica), Cagliari e l'area urbana possano perdere l'occasione di auto-governare problemi complessi come quelli della pianificazione territoriale generale e delle reti infrastrutturali, della gestione dei servizi pubblici e della promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale.
IL SINDACO «Il dibattito è durato a lungo, sia a livello nazionale che regionale - ha ricordato ieri sera il primo cittadino Emilio Floris durante il Consiglio comunale - noi veniamo ancora convocati alle riunioni preparatorie per la costituzione delle Città metropolitane ma dobbiamo amaramente prendere atto dell'assenza di un atto di recepimento da parte della Regione». Floris non vuole entrare in polemica con gli ex presidenti, ma ricorda di aver più volte sollecitato l'amministrazione regionale sulla materia: «Abbiamo anche proposto di non attendere il pronunciamento di tutti i 16 Comuni interessati - ricorda - si può anche partire solo dal riconoscimento dello status di Cagliari e all'eventuale allargamento dell'organismo si potrebbe arrivare in un secondo tempo. Questa è comunque una partita decisiva per il futuro dell'intera Sardegna».
ANTHONY MURONI

07/05/2009