Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Noi veniamo dal futuro» Generazione “Transistor”

Fonte: L'Unione Sarda
12 dicembre 2016

Il festival organizzato da Cada Die domani al via alla Vetreria

 

 

 

 

S critto a caratteri cubitali in piazza Syntagma, quella dell'austero palazzo del Parlamento di Atene, “Noi veniamo dal futuro” era il motto dei giovani greci che si ribellavano alle pastoie della Troka. Spostavano l'asse, collocando le nuove generazioni al di fuori dalle coordinate prestabilite.
“Noi veniamo dal futuro” è il motto che una ventina di ragazzi cagliaritani ha scelto per mettere in scena la prima edizione di “Transistor”, festival di Cada Die Teatro (dal 9 all'11 dicembre alla Vetreria di Pirri) dedicato ai nuovi linguaggi delle nuove generazioni.
«I giovani si collocano nel futuro, perché sono il futuro, un tempo che Huxley e Orwell avevano dipinto a fosche tinte ma che invece riserva più di una sorpresa», racconta il cagliaritano Mauro Mou, mente e cuore pulsante di questo esperimento. Mou, 44 anni, da 15 insegna teatro. È regista, attore, drammaturgo, ma è anche un counselor esistenziale. “Transistor” è un nome un po' retrò, che oggi suona lontano. «Eppure è stato scelto dai ragazzi perché ha un significato profondo: è un apparecchio che cattura segnali. E noi cercheremo di captare le nuove frequenze, capirle, interpretarle».
Ancora: «L'idea è quella del contagio verso una nuova forma di epidemia», dice disegnando una linea nel cielo con la mano, «contaminando gli adolescenti di quella malattia che Artaud considerava una catarsi. Il teatro come una liberazione verso la consapevolezza. Spesso i ragazzi vivono le contraddizioni dell'epoca della comunicazione diffusa, non riescono a conoscersi. La società li considera contenitori da riempire. Vorremmo portarli a ritrovarsi». In che modo?
«Indossando delle maschere», spiega Chiara Aru. Cagliaritana, classe 1993, appena diplomata alla scuola Paolo Grassi di Milano, da dieci anni partecipa ai lavori del Cada Die. «Dicono che per scrivere servano due cose: un bisogno impellente e un segreto. Vale anche per il teatro. Il segreto è una confidenza: non ci bastiamo mai da soli. E per raccontarci dobbiamo interpretare più ruoli». «Come in Pirandello, e nei suoi personaggi in cerca d'autore», aggiunge Francesca Pani, 27 anni, architetto di Quartu, qui sceneggiatrice. «I personaggi sono loro, che esprimendosi e confrontandosi scoprono la propria identità».
Si parte domani alle 21 con “Rumore Bianco”, «lavoro senza copione», racconta ancora Mou, «con i ragazzi come autori e attori protagonisti. È un dramma collettivo dei Cuori di panna smontata, gli allievi adolescenti del Cada Die, un fruscio per misurare spazi, una sottile linea di luce che contiene tutte le frequenze, mandate in uno spazio ti permette di misurarle, costruito come un coro greco, che fa emergere le voci senza voce».
Il programma è lungo e denso. Lo trovate su www.unionesarda.it. “Transistor” si concluderà con il concerto di Assalti Frontali. Hip hop dal futuro.
Guido Garau