Il nome c'è già: “Campo Progressista”. L'obiettivo pure: «Riunire le forze di sinistra in grado di assumersi una responsabilità di governo». Giuliano Pisapia, ex primo cittadino di Milano, lancia così la sua «alleanza aperta» che non vuole stare dentro il Pd ma camminare col Pd, purché il centrodestra, da Alfano a Verdini, stia ben lontano. Il progetto è in fase di decollo e sarà battezzato il 18 dicembre a Roma, con il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, e quello di Bologna, Virginio Merola. «Si incontrerà tutta quella parte della sinistra che ritiene che il Pd non possa che essere suo alleato», ha spiegato in un'intervista a Repubblica l'ex primo cittadino milanese, che chiede di andare al voto «il più presto possibile» e con una legge elettorale uguale per le due Camere.
LE REAZIONI «È importante che Giuliano abbia deciso di spendersi in prima persona - commenta Zedda - e sono d'accordo sulla necessità di ricostruire un campo progressista partendo dai giovani, che hanno lanciato un messaggio molto chiaro in occasione dell'ultimo referendum». La proposta di Pisapia raccoglie pochi consensi a sinistra. «Non basta - dice Alfredo D'Attorre di Sinistra italiana - invocare la rottura con Alfano e Verdini senza un'analisi di quello che il renzismo ha rappresentato e rappresenta». Secondo Davide Zoggia, minoranza Pd, «per la sinistra nel nostro Paese serve una svolta vera e non la costruisci facendo la sinistra di Renzi». Dalla Sardegna arriva il no del deputato di Si, Michele Piras: «Ho stima di Pisapia ma trovo il suo ragionamento davvero distante dal Paese reale». (p. st.)