Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Povertà, un sardo su tre a rischio

Fonte: L'Unione Sarda
7 dicembre 2016

L'Istat: regione sfinita dalla crisi. La Giunta vara le linee guida della legge sul reddito sociale

Il 36,6% dei residenti nell'Isola non può far fronte alle spese Un sardo su tre è a rischio di povertà ed esclusione sociale e quindici su cento non riescono a far fronte a gran parte delle spese essenziali. L'ultimo bollettino dell'Istat mostra un'Isola ancora attanagliata dalla crisi e a corto di lavoro, anche se con timidi segnali di ripresa, e un'Italia con il Mezzogiorno ben staccato dal Nord, le famiglie numerose sempre più in difficoltà e un aumento della disuguaglianza tra le fasce di reddito estreme.
L'INDAGINE È la strategia “Europa 2020”, il programma dell'Ue per la crescita e l'occupazione, a definire il “rischio di povertà ed esclusione sociale”, riferito a chi si trovi almeno in una di queste tre condizioni: il rischio di povertà in senso stretto, la grave deprivazione materiale e la bassa intensità di lavoro. Nel primo caso si parla di individui con il reddito inferiore al 60 per cento di quello mediano. Il secondo è un indicatore che considera nove diversi “segnali”: essere in arretrato con bollette, affitti o mutui, non poter riscaldare la casa, non riuscire ad affrontare spese improvvise di 800 euro, non consumare un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, non potersi permettere una vacanza di una settimana all'anno, un tv a colori, una lavatrice, un'auto o un telefono. Con almeno quattro di queste voci siamo di fronte a “grave deprivazione materiale”. Il terzo parametro riguarda le persone che vivono in famiglie i cui componenti lavorano, in media, meno di un quinto del totale dei mesi disponibili.
I DATI In Italia ci sono 17.469.000 persone incluse in questi tre gruppi, il 28,7% della popolazione, in lieve aumento rispetto al 2014 (28,7% del totale). Ed è proprio “Europa 2020” a dirci che l'obiettivo da raggiungere entro la fine del decennio (12.822.000 persone) è lontano. La Sardegna supera la media nazionale con il 36,6% ma migliora di oltre un punto percentuale in un anno e stacca altre regioni del Mezzogiorno, come Sicilia (55,4%, record negativo), Puglia e Campania. In lieve calo nell'Isola anche le percentuali dei tre indicatori, anche se preoccupa il terzo dato più alto tra le regioni (19,1%, in Italia è l'11,7) per “bassa intensità lavorativa”. Le notizie peggiori, comunque, arrivano dal Sud dove l'area a rischio totale sale al 46,4% (dal 45,6) mentre al Nord si registra un calo dal 17,9 al 17,4%. A essere più colpite dalla crisi sono le famiglie con cinque o più componenti, quelle con tre o più minori e le coppie con tre o più figli.
RICCHI E POVERI In Italia il reddito medio annuo netto per famiglia è di 29.472 euro (circa 2.456 euro al mese), mentre la metà delle famiglie non riesce a superare i 24.910 euro (circa 2.016 mensili), somma che nel Mezzogiorno scende a 20.000 euro (1.667 al mese). Cresce anche la disuguaglianza nella distribuzione di redditi. Il 20 per cento più povero della popolazione percepisce appena il 7,7% del reddito totale, quello più ricco il 37,3%.
IN SARDEGNA La Giunta regionale ha approvato le linee guida per l'attuazione della legge che ha istituito il Reddito di inclusione sociale, una misura per le famiglie in condizioni di povertà. «Il Reis – spiega una nota della Giunta - integra il Sostegno di inclusione attiva nazionale. Ma mentre per il Sia gli importi erogabili sono calcolati sulla singola persona e variano da un minimo di 80 euro a un massimo di 400, per il Reis - a parità di caratteristiche del nucleo familiare - il minimo erogabile è di 200 euro e il massimo di 500, per tutti i target e con qualsiasi Isee». (a. le.)