Affluenza al 62,4%. La percentuale dei contrari è la più alta d'Italia
Una batosta senza appello. Nemmeno nelle più oscure profezie i sostenitori del Sì avrebbero immaginato un risultato così schiacciante: il No supera il 72% e la Sardegna diventa la regione che in Italia si schiera in maniera più netta, lasciando al Sì ben oltre sotto il 30% delle preferenze. Un voto sentito vista anche l'affluenza alle urne che ha raggiunto il 62,4%, nettamente superiore rispetto ai referendum del 2001 e del 2006. La campagna elettorale imponente, messa in campo dal Pd, non ha portato i risultati sperati, nonostante questa fosse la missione principe assegnata da Roma al garante Gianni Dal Moro e a cascata a tutti gli esponenti democratici.
ALLE URNE Che il voto per questa riforma costituzionale fosse particolarmente sentito lo si è capito sin dalle prime rilevazioni sull'affluenza. Alla chiusura delle urne è la Provincia di Cagliari a far registrare l'affluenza più alta con il 63,8% mentre è Nuoro quella in cui si è votato di meno con il 59,4%. Sassari chiude a 61,6 e Oristano raggiunge il 61,9% dei votanti. Tra i Comuni capoluogo, sono Cagliari e Oristano quelli in cui l'affluenza è stata più alta (67,4%); leggermente più basse quelle di Nuoro e Sassari, rispettivamente al 66,2% e 66,3%. Il Comune più virtuoso è Teulada che supera l'80% dei votanti mentre è Semestene, in provincia di Sassari quello dove la chiamata alle urne ha avuto meno risposte: 34,7%.
GLI SCENARI Servirà qualche giorno per riuscire a digerire una sconfitta di queste proporzioni. Almeno prima di cominciare a fare un bilancio di quello che è successo e di quello che succederà in futuro. Il Partito democratico ha investito praticamente tutta l'attività politica degli ultimi due mesi sulla vittoria del referendum, rimandando confronti e decisioni. È ancora troppo presto per capire se, e in che modo, ci sarà la resa dei conti all'interno del Pd. Il garante era stato chiaro a suo tempo sottolineando che «tutto si deciderà dopo il referendum».
IL SIGNIFICATO Ipotizzando, come spesso accade, che una parte degli elettori ha votato per esprimere l'indice di gradimento sul governo regionale allora tutti sono stati bocciati. Perché tutti si sono esposti in prima persona per promuovere la vittoria del referendum costituzionale. Lo stesso presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha partecipato alla campagna elettorale sponsorizzando la riforma del Governo. Certo, il voto non può avere conseguenze sulla tenuta della maggioranza, ma comunque rappresenta un segnale chiaro che l'appeal del centrosinistra isolano è in ombra. Normale che dall'opposizione arriveranno le bordate per cercare di destabilizzare la maggioranza chiedendo le dimissioni (non dovute) del presidente. Scenari e ipotesi che in questi giorni diventeranno atti concreti perché comunque vada, da oggi inizia una nuova fase.
Matteo Sau