Che questa tornata è diversa si capisce subito. A Cagliari ci sono le file, e sin dalla mattina. In alcuni casi chi deve votare al Pacinotti, uno dei seggi con il maggior numero di elettori, decide di rimandare al pomeriggio. Troppa gente, meglio sfruttare i momenti morti, che però non arriveranno mai perché l'affluenza continuerà a salire. L'intensità diminuisce tra le 15 e le 17, il tempo che serve al Cagliari per pareggiare a Pescara, «ma non di tanto - spiega un ufficiale di polizia addetto ai seggi alla scuola Manno, in pieno centro storico - è solo cambiata la tipologia degli elettori». Le code sono dappertutto, anche in via Eleonora d'Arborea: in questo caso, come al Pacinotti, molti cagliaritani raggiungono la loro sezione, capiscono che dovrebbero trattenersi più del previsto e rimandano a dopo. Alla scuola Satta in via Crispi, alle 16.30 in una sezione l'affluenza è al 42%. «Alle Comunali, sempre a quest'ora, si attestava al 36%», dice il presidente del seggio. Stessa tendenza nella sezione a fianco: alle 16.20 ha votato il 38,45%, alla stessa ora alle amministrative il 37,4%. «Non ricordo tanta gente per un referendum», aggiunge l'ufficiale di polizia di stanza alla Satta, «non c'è confronto con quello sulle trivelle, quest'affluenza fa pensare a elezioni politiche». (ro. mu.)