Il capoluogo della Sardegna è la prima città d'Italia per soddisfazione delle aspettative
«Avrei preferito il primato nella classifica delle destinazioni più frequentate», ride Davide Collu. Un riso amaro, quella del direttore del T Hotel: «Il problema, serissimo, è trovare posto in aereo per arrivarci, a Cagliari». Una voce fuori dal coro, la sua, all'indomani della notizia secondo cui il capoluogo sardo è la città italiana che meglio soddisfa le aspettative degli stranieri che la visitano. «Da albergatore non posso che essere felice di questa classifica». Una classifica, quella scaturita da una ricerca del Centro di studi avanzati sul turismo dell'Università di Bologna, redatta in realtà per province: ma Cagliari festeggia anche per conto dell'entroterra e delle località costiere. «La ricerca - rimarca Collu - misura la differenza fra le aspettative di chi sta per visitare un luogo e le sue impressioni dopo esserci stato. Se uno va a Roma ha aspettative altissime e, a parte l' effetto wow dei Fori o del Pantheon, si ritrova in una città caotica, dove ci si sposta a fatica. Cagliari, invece, parte da una notorietà bassa: siamo una destinazione di passaggio, l'80 per cento delle presenze è concentrato in cinque mesi, si viene qua per andare al mare. Bisognerebbe lavorare di più sulla comunicazione. Però la città riserva delle sorprese».
SHOPPING Quali? Le hanno elencate i ricercatori bolognesi Andrea Guizzardi e Annalisa Stacchini: shopping, strutture alberghiere, ambiente, arte, cortesia, cucina. L'apprezzamento della qualità dello shopping inorgoglisce Alberto Bertolotti, numero uno di Confcommercio per il sud Sardegna: «Nonostante la crisi e la grande distribuzione, i commercianti cagliaritani vedono ripagata la loro professionalità. Molto è stato fatto: per esempio, l'iniziativa di accompagnare i croceristi sulle vie dello shopping».
ALBERGHI Quanto agli alberghi, che pure patiscono la diffusione dilagante di forme di ricettività alternative (bed and breakfast più o meno emersi e affini), è soddisfatto Renato Barbon, direttore del Regina Margherita: «I nostri clienti stranieri hanno una percezione altamente positiva della città, che spesso supera le loro aspettative. La trovano ordinata, ne apprezzano il centro storico, oggettivamente migliorato molto negli ultimi anni, e il Poetto (stesso discorso). Poi ci sono le bellezze naturali: per i turisti, vedere i fenicotteri rosa è un'esperienza di forte impatto. Come l'agroalimentare: gustare cibi genuini a chilometro zero, ottimi formaggi e salumi, o ancora, per colazione, dolcetti sardi al posto dell'anonimo croissant sono esperienze potentissime». Chiedere, per conferme, allo chef Stefano Deidda, fresco di stella Michelin: «L'esperienza enograstronomica è una parte importante del viaggio. E Cagliari ha un'offerta estremamente varia: si possono scoprire prodotti tipici che raccontano non solo il territorio ma la storia dell'Isola già con menu da 25 euro. Poi si sale, fino alle proposte gourmet. Sempre più spesso il cliente arriva in ristorante già informato, con la guida di settore»
CULTURA Piacciono, e parecchio, le eccellenze storico-archeologiche: «I Giganti di Monte Prama affascinano tantissimo», riferisce ancora Barbon: «C'è da chiedersi come sia stato possibile tenerli nascosti per 40 anni. Nel mondo si parla tanto di Stonehenge, noi non riusciamo a valorizzare i nostri settemila nuraghi». Giovanna Damiani, direttrice del Polo museale della Sardegna, cui fa capo il Museo archeologico, conferma l'importanza della cultura: «Da continentale (è toscana, ndr) , dico sempre che la Sardegna è un continente che merita di essere conosciuto molto più. E Cagliari ne è la porta».
Marco Noce