Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Maledetto Faust che cerca nelle lacrime la redenzione

Fonte: L'Unione Sarda
2 dicembre 2016

SU IL SIPARIO. Applausi per la prima dell'Opera di Pechino, al Massimo sino a domenica

 

 

I mpossibile resistere alle seducenti corna di Belzebù: vibratili come antenne, flessuose come piume. E prezioso elemento narrativo, nella prima parte del “Faust” messo in scena dall'Opera di Pechino al Massimo di Cagliari.
Dio ha una voce tonante, quando accetta la scommessa del diavolo di far cedere il dotto studioso arrivato alla fine della vita col grande rimpianto di essersi dedicato al sapere e non al piacere.
La regia della tedesca Anna Peschke adatta l'antico canone Jîngiù al gusto occidentale in un'interessante versione dell'ottocentesco dramma poetico composto da Johann Wolfgang Goethe. Il canuto vegliardo, con l'interminabile barba bianca dei saggi, è amaro e tremolante ed esita un poco, davanti alla proposta di Mefistofele. La visione di Margherita accende però la sua passione. Avrà l'innocente fanciulla, e se ne stancherà presto.
I valentissimi protagonisti del dramma poetico tradotto in lingua mandarina parlano, cantano, si muovono in perfetta sincronia con la musica eseguita dal vivo da sette strumentisti. Hanno vesti bellissime, e il cambio dei costumi segna l'evolversi della vicenda, il mutare dei sentimenti. Liu Dake, Xu Mengke, Zhao Huihui e Zhang Jachun si esprimono anche coi gesti, le espressioni del volto, lo scuotimento delle lunghissime maniche, il sapiente trucco dei visi, l'aprirsi e chiudersi dei ventagli.
«Buongiorno, signorina!» è l'approccio, un po' buffo, del Faust ringiovanito alla fanciulla che lava i panni al fiume. La sventurata non abbocca, ha paura degli uomini e dei loro tranelli. Una collana di perle la fa capitolare, ma non per sua colpa: il monile è fatato. Da qui gli eventi precipitano, perché il dono di Mefistofele ha un costo molto alto. Il demonio è cinico, si sa. Provoca la morte dei familiari di Margherita, la disperazione di lei ormai folle e condannata all'impiccagione per infanticidio. I sottotitoli in italiano aiutano gli spettatori a seguire la trama e a non perdersi di fronte alla difficoltà di canoni recitativi codificati. In un allestimento che incanta, le intonazioni delle voci, il volteggiare degli abiti, le tinte dei tessuti, le sedie rosse e vuote che pendono dal soffitto hanno un preciso significato. Alla fine, Faust che si è venduto l'anima, piange. Atto di redenzione, nel testo letterario.
Lo spettacolo proposto dalla CeDac in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione e China National Peking Opera Company viene replicato sino al 4 dicembre .
Alessandra Menesini