"Un bambino sardo su 5 a rischio povertà"
L'organizzazione Save the children pubblica un atlante dell'infanzia e riporta le condizioni di vita dei minorenni nell'isola, definiti "superoi": 4 bambini sardi su 5 non vanno a teatro, più di 3 su 5 non hanno visitato una mostra o un museo nell'ultimo anno, 3 su 4 non vanno a concerti
CAGLIARI. Un bambino su cinque in condizioni di povertà relativa, quasi uno su due non può trascorrere almeno una settimana di vacanza lontano da casa, uno su cinque non partecipa a gite scolastiche o ad altri eventi a pagamento organizzati dalla scuola, e ancora uno su cinque non ha spazi adeguati a casa per studiare o fare i compiti. Ecco alcuni dati sulle condizioni di vita dei bambini sardi che emergono dal settimo Atlante dell'Infanzia (a rischio) «Bambini Superoi» di Save the Children, pubblicato per la prima volta da Treccani e disponibile nelle librerie da dicembre 2016.
Dati estrapolati da un viaggio nell'Italia dei bambini e con i bambini per portare alla luce la realtà dell'infanzia a rischio e che, allo stesso tempo, evidenzia le capacità dei minori di resistere a situazioni di precarietà e superare momenti difficili. In una situazione nazionale a tinte fosche (un minore su tre a rischio povertà) la Sardegna non fa eccezione. Considerando i livelli di istruzione, la percentuale di giovani che abbandona precocemente gli studi, fermandosi alla licenza media, tocca il 22,9%, molto al di sopra della media nazionale (14,7%), mentre quasi 2 alunni di 15 anni su 4 non raggiungono le competenze minime in matematica e più di 1 su 4 in lettura. L'Isola, del resto, è una delle Regioni con il più alto tasso di adulti (25-64 anni) con al massimo la licenza secondaria inferiore (51,4%), di 11 punti più alto della media nazionale (40,5%).
Le cose non vanno meglio al di fuori della scuola: 4 bambini sardi (dai 6 ai 17 anni) su 5, per esempio, non vanno a teatro, più di 3 su 5 non hanno visitato una mostra o un museo nell'ultimo anno, 3 su 4 non vanno a concerti di musica. Il tasso di natalità (6,7 nati per ogni 1.000 residenti nel 2015), è leggermente più basso della media nazionale di 8 nati per ogni 1.000 residenti.
Nella regione ci sono sempre meno minorenni, la percentuale varia dal 15,7% della provincia di Olbia-Tempio al 12,5% di quella di Carbonia-Iglesias. Tra gli interventi di Save the Children in Sardegna: un 'Punto lucè attivato
alla fine del 2015 nel quartiere Lattedolce di Sassari. Si tratta di un centro ad alta densità educativa per dare opportunità formative a bambini e ragazzi che vivono in aree svantaggiate delle città. Da settembre il 'Punto Lucè ha raggiunto 160 minori tra 6 e 16 anni e circa 90 genitori.
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