Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stop alla “terra dei fuochi”

Fonte: L'Unione Sarda
23 novembre 2016

L'area sulla Statale 554 dove sorge la baraccopoli abusiva appartiene ad alcuni privati

Campo rom, diffida del Comune ai proprietari dei terreni

È la terra dei fuochi cagliaritana. E pure un terreno di scontro tra Comune e proprietari: appartiene a privati l'area su cui sorge il campo rom abusivo accanto alla Motorizzazione, dove ogni giorno i roghi di rifiuti appestano l'aria. Padroni obbligati, secondo gli uffici del Municipio, a provvedere allo smantellamento delle baracche non autorizzate. A spese loro, s'intende. Non solo: gli eredi Sollai - che hanno la titolarità dell'appezzamento - dovrebbero anche pagare lo smaltimento dei materiali che risulterebbero dalle demolizioni. «Spossessati» della loro proprietà, come scrive l'avvocato Fabrizio Carta che li assiste, beffati e pure «mazziati».
LA LETTERA Hanno ricevuto intimazioni perentorie dal Comune - Servizio di igiene del suolo - a più riprese, dopo un sopralluogo della Polizia municipale. È emerso «un contesto che favorisce lo svilupparsi di condotte che si collcano al di fuori dell'alveo della legalità», come ha scritto il dirigente Roberto Montixi in una missiva dello scorso maggio. Il documento ordinava «l'immediata demolizione dei manufatti liberati e la conseguente predisposizione e trsmissione a questo ufficio di un piano di lavoro». Il riferimento era a due baracche che, secondo le informazioni in possesso dei tecnici comunali, erano state abbandonate dagli occupanti. I proprietari sarebbero dovuti entrare nel campo, abbattere le costruzioni abusive e accollarsi le spese di smaltimento in discarica degli eventuali resti, «per evitare l'occupazione delle stesse da parte di altri nuclei».
IL REINSERIMENTO Non solo, in Municipio erano fiduciosi. Comunicavano che era stato avviato un programma di reinserimento sociale degli occupanti del campo. Quindi, di lì a poco, i padroni dei terreni avrebbero dovuto organizzare «gli ulteriori interventi di rimozione, nonché l'adozione di ogni opportuna misura (recinzioni, custodia o altro) idonea a scongiurare la reiterazione della situazione in essere». L'inadempienza agli ordini, era la minaccia, porta «all'adozione di ogni opportuna iniziativa ai fini del rispristino della salubrità dell'area, con conseguente addebito delle spese, oltre alle sanzioni». A far pesare le posizione degli eredi nel braccio di ferro con il Comune è stato l'avvocato Carta, che ha risposto: le aree non sono nella disponibilità dei clienti e, anzi, è stato presentato un esposto in Procura, per denunciare la situazione. «Ogni attività da intraprendere», aggiunge quindi il legale, «dovrà essere sottoposta all'attenzione della Procura, per non intralciare le indagini».
TUTTO UGUALE Nulla, intanto, accanto alla Motorizzazione è cambiato in meglio. Anzi. Ci vive circa un'ottantina di rom. Aumentano le lamentele dei residenti della zona, tra Su Planu e Mulinu Becciu, che ogni sera vedono alzarsi le fiamme della discarica abusiva gestita dai nomadi e sono costretti «a respirare diossina, sostanza altamente tossica», come ha sottolineato più volte Antonio Guerrieri, rappresentante di uno dei comitati più attivi. Lo sgombero, però, è dato per imminente. E le indagini potrebbero coinvolgere anche molti sardi che hanno approfittato dell'illegalità per smaltire i loro rifiuti.
Enrico Fresu