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Si conoscerà dopo le 13 la nuova composizione del Consiglio delle Autonomie locali della Sardegna (Cal), l'organo costituzionale che fornisce pareri al Consiglio regionale sulle leggi che riguardano l'ordinamento locale e sulle normative finanziarie. Oggi i 377 sindaci dell'Isola si ritrovano a Cagliari, nella sede dell'Assemblea sarda, per votare i propri rappresentanti, suddivisi in otto collegi circoscrizionali.

Dei 40 componenti dell'assemblea del Cal, al termine dello spoglio, ne verranno individuati 28: quattro sindaci di Comuni con popolazione superiore ai 10mila abitanti non appartenenti tutti alla stessa circoscrizione, un sindaco di Comune con popolazione compresa tra i 3001 i 10 mila abitanti per ciascuna circoscrizione e due sindaci con popolazione inferiore ai tremila abitanti per ciascuna circoscrizione. Fanno parte di diritto del Cal i sindaci di Cagliari, Nuoro, Oristano e Sassari e, alternativamente, quelli di Carbonia o Iglesias, Sanluri o Villacidro, Lanusei o Tortolì, Olbia o Tempio. Rimangono per ora in stand-by i quattro rappresentanti delle province: non essendo stati eletti gli amministratori di questi enti non hanno diritto di entrare nel Cal.

Se poi dovesse vincere il Si al referendum, questi enti verrebbero cancellati e di conseguenza non ci sarebbe più nessun componente provinciale all'interno del Consiglio delle Autonomie locali. Per rispettare la rappresentanza di genere, è previsto che vengano elette sette esponenti del genere meno rappresentativi. Nel caso fosse quello femminile due componenti - le sindache di Carbonia e Villacidro - siederanno di diritto nell'assemblea, mentre per le altre cinque si dovrà attendere l'esito dello scrutinio. Nel caso non venissero elette altre donne quelle che hanno preso il maggior numero di voti prenderanno il posto di cinque uomini eletti che hanno ottenuto il minor numero di preferenze.