SANT'ALENIXEDDA.
Appello dei sindacati della Fondazione ai politici
L'allarme accorato lanciato dai sindacati a nome dei 240 lavoratori della Fondazione Teatro lirico è stato rivolto in prima battuta ai politici, dai consiglieri comunali ai parlamentari: «Aiutateci a modificare l'articolo 24 della legge 160 dell'agosto scorso. Rischia di trasformare il nostro luogo di lavoro, tra i più importanti centri di produzione culturale dell'intera Sardegna, in una realtà marginale». La paura dei lavoratori ha preso forma ieri sera prima nel foyer di platea del teatro di Sant'Alenixedda, dove musicisti dell'Orchestra e del Coro del teatro hanno suonato musiche di Nino Rota, poi in un'assemblea-dibattito che ha preceduto il concerto del Coro e dell'Orchestra diretto dal maestro Renzetti, con musiche di Mozart e Vivaldi. La manifestazione promossa dai Responsabili sindacali unitari (Rsu) aveva uno scopo: informare e sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi della legge 160. In modo particolare sul «pericolo di declassamento», hanno sottolineato i sindacalisti-musicisti Simone Guarneri e Annalisa Pittiu, «che rischia di subire il nostro teatro».
IL PERICOLO A preoccupare i lavoratori di tutti i teatri nazionali (a cominciare da quelli più piccoli come quello cagliaritano, riuscito in poco tempo a raggiungere il pareggio di bilancio e a «garantire una buona programmazione per il 2017», ha ricordato il sovrintendente Claudio Orazi) sono le disposizioni dell'articolo 24 della legge 160, dedicato alle “Fondazioni Lirico-Sinfoniche”.
I SINDACATI Guarneri e Pittiu, prima di aprire il dibattito al quale hanno partecipato diversi consiglieri comunali e regionali (erano presenti tra gli altri Piergiorgio Massidda, Cristian Solinas, Alessandra Zedda, Loredana Lai, Antonietta Martinez, Peppino Calledda) hanno messo a fuoco il problema: «Dopo la promulgazione della legge, lo scenario per le quattordfici Fondazioni italiane è cambiato». Il punto: «Si rischia di subire effetti devastanti con la creazione di fondazioni lirico sinfoniche di serie A - si parla giù della Scala di Milano, del Petruzelli di Bari, della Fenice di Venezia e del San Carlo di Napoli - e di teatri lirici di serie B». La legge, secondo l'interpretazione dei sindacati, scaricherebbe sui lavoratori delle fondazioni le conseguenze del mancato finanziamento del Fondo unico per lo spettacolo. «Entro il prossimo giugno il ministro Franceschini fisserà i requisiti da raggiungere». La fondazione che non riuscisse a dimostrare di averli entro il dicembre 2018, perderebbe finanziamenti e sarebbe costretta a rivedere le programmazioni. Da qui l'appello ai politici sardi: «Aiutateci a intervenire sul governo per scongiurare questo pericolo. Cagliari non merita di avere un teatro lirico di serie B».
Pietro Picciau