Una compagnia teatrale cagliaritana premiata al Festival “Le voci dell’anima 2016” di Rimini
In un ex aequo con “Affari di famiglia” della compagnia romana Fuori contesto, il Teatro Dallarmadio con “FM e il suo doppio” porta a casa un prestigioso riconoscimento in una delle più importanti manifestazioni italiane di teatro contemporaneo.
foto-fm-rimini-1Per la prima volta una compagnia teatrale sarda partecipa con successo al famoso festival che si tiene ogni anno in autunno a Rimini e che è arrivato ormai alla sua XIV edizione. Un festival che, come indica il nome, rivolge la sua attenzione verso ciò che scaturisce dall’interiorità degli artisti in scena. Sei le compagnie italiane di danza e di teatro arrivate in finale. Fra queste, il Teatro Dallarmadio che, dopo un percorso di selezioni a tappe, ha convinto la giuria conla sue pièce “F.M e il suo doppio” approdando, quindi, al festival. «Una delle gioie maggiori è diventare ambasciatori della propria terra – racconta Marceddu – con contaminazioni linguistiche di lingua sarda, che assurgono al difficile ruolo di lingua teatrale. Questo premio – precisa – è per noi un riconoscimento silenzioso, un premio che parla al cuore».
Una compagnia e il suo spettacolo che raccontano ancora una volta, con un mix linguistico fra sardo e italiano, la vita dell’uomo e dell’artista. Ed è forse per questo che ha convinto la giuria a portare l’opera in finale. Si tratta di una storia – si legge nella motivazione della selezione – «messa in scena con freschezza, apparente leggerezza e profonda intensità. Un dialogo tra l’attore e il pubblico – finalmente ci si ricorda che si fa teatro per qualcuno – ironico e colorato, mai scontato, messo in scena perché davvero necessario. Musiche e costumi indovinati, come del resto lo stesso protagonista, persona e allo stesso tempo grande personaggio».
“FM e il suo doppio”, di e con Fabio Marceddu, con la supervisione alla messinscena di Antonello Murgia, Cristina Bocchetta come assistente alla messinscena e costumi di Paoletta Dessì, racconta una vita e l’amore per il teatro, il teatro come unico motore della vita, nonostante le difficoltà di essere attori in un luogo di periferia. Fabio Marceddu, unico interprete in scena, è il personaggio che ha ispirato questo racconto; attore, autore e regista teatrale, insieme ad Antonello Murgia, attore, autore, regista e musicista, ha fondato nel 2006 il Teatro Dallarmadio.Una compagnia che si muove fra ricerca costante e sperimentazione, studiando l’uomo e il suo linguaggio. Alla base, di tutto c’è l’idea un po’ calviniana che i messaggi importanti possono essere veicolati con grazia e leggerezza. Leggerezza, non superficialità. Giocare con il linguaggio, «cercare nuovi significati in significanti tradizionali», precisa Marceddu. E già il nome stesso della compagnia – Dallarmadio – contiene dentro di sé quella volontà di usare parole semplici, capaci però di riportare alla mente mille contenuti. «Come compagnia teatrale siamo nati, infatti, come quelli che escono dall’armadio» riprende Marceddu, «perché per noi in un armadio sono rinchiusi segreti, racconti, fantasie».