Sì alla variante al Puc: a marzo via al cantiere dell’impianto provvisorio. Sarà il terzo club in Italia ad avere una struttura privata dopo Juve e Udinese
di Mario Frongia
CAGLIARI. Approvata con 31 voti favorevoli. In sostanza, all'unanimità. La variante al Puc, primo passo per il nuovo stadio del Cagliari, atteso per il centenario del club di Tommaso Giulini nella stagione 2020/21, è passata ieri in consiglio comunale. Dopo circa tre ore – tra interruzioni, riunioni dei capigruppo tra loro e con il sindaco Massimo Zedda, interventi dei consiglieri – l'aula ha dato il via libera alla modifica del piano. Di fatto, ha consegnato il lasciapassare al cantiere dell'impianto provvisorio. E Cagliari sarà la terza città in Italia ad avere uno stadio di proprietà dopo la Juventus e Udine.
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La struttura sorgerà nei parcheggi del Sant'Elia, lato settore Distinti. Avrà una capienza di sedicimila posti, sfrutterà la Main stand dell'Is Arenas di Quartu e i lavori avranno inizio nel marzo prossimo. Il costo? Nove milioni di euro. Il modello sarà all'inglese senza barriere e ospiterà il team rossoblù per tre anni. Un passaggio essenziale per una delle opere destinate a segnare il terzo millennio nel capoluogo: il nuovo stadio, classificato Uefa 4 (il top: può ospitare anche semifinali di Champions), ecocompatibile, ospiterà ventunomila spettatori al coperto e sarà usufruibile 365 giorni l'anno.
Ma il voto di ieri, siglato a Palazzo Bacaredda intorno alle 21.50, è anche un balzo verso il futuro dell'impiantistica regionale. Il percorso – curato dal consigliere d'amministrazione del Cagliari, Stefano Signorelli – è basato sulla legge per gli stadi. Prevede il massimo del confort, museo della società, hotel, spazi commerciali, sky box e vari campi da gioco. Potrebbe ospitare anche sedi di federazioni, lo stesso Coni, e vari uffici degli assessorati comunali.
«È evidente l'importanza strategica del progetto all'interno della ricucitura dell'area con il quartiere Sant'Elia» ha detto l'assessore Ghirra. L'assemblea civica si è concentrata anche sui 13.300 metri quadri da destinare al commerciale. Tra cui, anche una struttura di vendita da 4.500 metri quadri: area per ristorazione, vendita elettrodomestici, casalinghi, informatica, hi-fi, abbigliamento, calzature, attrezzature sportive.
L'impianto costerà intorno ai 64 milioni. Di questi, dieci li mette il Cagliari, una quota sarà a carico della ditta che farà i lavori, ci sarà la Sfirs e verrà attivata una linea Iva. Da non scordare che dieci milioni saranno spesi per demolire il Sant'Elia.
La curiosità? Il servizio Patrimonio ha stipulato il 19 ottobre scorso un accordo con l'Agenzia delle entrate: l'ente deve determinare il valore di mercato dell'area e il diritto di superficie per i prossimi cinquanta anni.