Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cinque stelle in via Trentino,

Fonte: L'Unione Sarda
11 novembre 2016

ERSU. Il “TripAdvisor” delle mense universitarie e residenze per gli studenti


bocciata la Casa di via Businco L'Università è la maestra, infatti provvede alla formazione didattica. L'Ersu è invece la mamma: mette a letto gli studenti (fuori sede) la notte, li sfama a pranzo e a cena, dà loro la paghetta quando sono squattrinati ma, da buona mamma, soltanto se studiano. Altrimenti nulla, se fosse la madre vera. Invece è un ente regionale (per il diritto allo studio universitario): se lo studente non garantisce un buon profitto, la paghetta diventa il maltolto e la deve restituire. Ecco uno (solo uno) dei motivi per cui i borsisti sono generalmente studiosi.
ENTE-AZIENDA Cinque Case dello studente (in realtà tre, perché quelle nelle vie Roma e Montesanto sono infinitamente chiuse per lavori), quattro mense affidate in appalto esterno o miste (anche con personale Ersu), 13 milioni di euro da dispensare con le borse di studio ai giovani che hanno minori mezzi economici, purché si applichino con serietà, fanno dell'Ente regionale per il diritto allo studio di Cagliari un'azienda importante, al solito con luci e ombre. Spende 27 milioni di euro l'anno per servizi a volte di ottimo livello, altre volte non proprio, garantisce un letto a 614 fuori sede su 866 aventi diritto, e c'è da dire che non tutti i letti sono uguali: Per i giovani che erano ospitati nelle due Case dello studente” chiuse, ora c'è un contributo per l'affitto di una camera sul mercato. L'Ersu garantisce poi, con alterne fortune, il funzionamento delle quattro mense. Si passa dall'eccellenza di via Trentino alla delusione della Cittadella universitaria di Monserrato: «Lì non abbiamo lo spazio per le cucine», allarga le braccia Antonio Luca Funedda, 52 anni, docente di Geologia all'ultimo dei suoi tre anni di mandato come presidente dell'Ersu, «allora dobbiamo preparare i pasti in via Premuda e trasportarli là». Risultato: qualità deludente dei cibi precotti e file lunghe - verrebbe da dire - come la fame. Nessuna mensa a Oristano e Nuoro, dove l'Ateneo cagliaritano ha istituito corsi di laurea, ma ci sono i ristoranti convenzionati.
GLI UNIVERSITARI «Se hai mezz'ora per fare la fila, più altro tempo per attendere col vassoio in mano che si liberi una sedia, qui in via Trentino si mangia bene», loda ma non troppo Veronica Mannu, di Girasole, iscritta in Giurisprudenza. Il fatto è che i giovani universitari snobbano sempre più via Premuda (soprattutto per cena, quando c'è buio per strada) e preferiscono pasteggiare in via Trentino. Tutti d'accordo: mensa bella e buona, fanno anche la pizza. A cena cala il numero di frequentatori, anche perché nelle Case dello studente si può cucinare e ricevere ospiti in alloggio, anche per cena. Certo, purché non siano giornalisti, ai quali il segretario di quella in via Trentino impedisce l'accesso «per non violare la privacy», motiva curiosamente: è la privacy di chi, nel proprio alloggio, il cronista l'ha proprio invitato.
I NON FUORI SEDE Accedono alla mensa anche gli universitari che non hanno diritto a facilitazioni per motivi di reddito. Spendono tra i 2,10 euro e i 4 euro per un pasto che, all'Ersu, ne costa 9,90. «Ci vado ogni tanto, non acquisto una serie di pasti caricando la tesserina elettronica, quindi pago la tariffa piena di cinque euro», spiega Francesco Sotgiu, cagliaritano, a capo del Coordinamento di studenti Link del Capoluogo: «La qualità è buona, ma per cinque euro mangio bene anche altrove». Annalisa Bertulu, assai fuori sede (è di Ozieri), precisa: «Si mangia bene se non arrivi tardi, altrimenti trovi gli avanzi. Però fanno anche piatti elaborati, come la carne con rucola e grana: qui e in piazza Michelangelo».
CASE DELLO STUDENTE A parte quelle chiuse per lavori (in via Roma, da anni), le Case sono accoglienti ma non nello stesso modo. La migliore è quella di via Trentino, il tentativo è renderle tutte accoglienti e funzionali allo studio. Il presidente dell'Ersu ne è convinto: «Le energie dei ragazzi fuori sede devono essere indirizzate verso lo studio», commenta Funedda, «e poi verso la socializzazione e lo svago. Al resto dobbiamo provvedere noi, con il nostro servizio». Che è generalmente apprezzato dagli universitari, salvo qualche buco qua e là: detto che via Trentino è la “Ferrari” delle Case dello studente, al confronto quella di via Businco fa la figura della locanda western, e questo ovviamente genera invidie. Anche negli hotel di lusso, però, possono esserci problemi: «Studio informatica», si scoccia Michele Contu, «ma qui condividiamo, e siamo più di 250, un'Adsl casalinga da 20 mega». Lo sprint di una lumaca, insomma, laddove la velocità è tutto. Ci sono due lavatrici per ogni piano, «ma spesso ne funziona solo una». È forse il dispetto massimo, per un fuori sede: toglietegli tutto, ma non la lavatrice.
Luigi Almiento