L'intervista. Michael e Christine: portiamo un pezzo della vostra festa in Inghilterra
Gli «indimenticabili giorni cagliaritani» dei Principi di Kent
Le impressioni dei rappresentanti della famiglia reale inglese dopo quattro giorni passati non solo in città.
Sembrano sinceramente attratti da questa terra. Lei gli accarezza la mano, quando vuole precisare qualcosa, lo chiama - sottovoce - darling , lui è innegabilmente carismatico, magari a causa di quel vocione così rassicurante e così british che sembra opera di un doppiatore. Prìncipi, quelli veri, quelli di una casa, i Windsor, immagine di una monarchia che non conosce scricchiolii. A Cagliari Michael e Christine hanno passato quattro giorni che avrebbero schiantato un toro, fra sorrisi, centinaia di mani da stringere, nice tu meet you , trasferte lampo da una parte all'altra del golfo, serate di gala ingessate dove chi c'era non aspettava altro che raccontarlo a chi non c'era. I principi di Kent, soprattutto, hanno amato e non dimenticheranno mai la festa di Sant'Efisio. Parlare di passione travolgente non è sbagliato, tanto da promettere: «Porteremo un pezzo della processione a casa nostra, in Inghilterra, perché si conosca da vicino il fascino e la bellezza dei vostri costumi, della vostra tradizione». Dietro una visita di cortesia, e un invito raccolto con entusiasmo, possono nascere accordi interessanti. C'è un progetto sul cavallo anglo-arabo sardo da elaborare, un salto di qualità nel rapporto turistico fra Londra e la Sardegna da disegnare, magari sarà proprio l'abilità diplomatica del principe - frequentatore della Costa Smeralda economicamente più pesante - a tessere le relazioni giuste per attrarre investitori nella Sardegna del Sud. Intanto, grazie all'arrivo dei Kent, proprio la festa del santo martire è arrivata nei telegiornali nazionali di quelle parti del mondo dove la Regina è sovrana.
Lei è anche un'affermata scrittrice, lui è un uomo dagli interessi molto vasti, ma soprattutto gode del particolare privilegio di essere cugino di Elisabetta II e del principe consorte, grazie a un'azzeccata combinazione paterna e materna. Pretendono, con educazione regale, un'intervista in coppia.
Se pensate alla Sardegna, quattro giorni dopo il vostro arrivo, quali parole vi vengono in mente?
«I colori, l'ospitalità, i costumi. Tutto straordinario, come la bellezza dei tori ( i buoi delle traccas ), magari sono così regali e sereni perché lavorano una volta all'anno... e poi i cavalli dei carabinieri, il carosello al tramonto, l'incrocio dei colori fra il cielo rossastro e il bianco degli animali. Le facciate dei monumenti, le divise dei militari. Ci ha colpito l'atmosfera».
Cosa sapevate, cosa vi immaginavate di scoprire?
«Conosciamo la Sardegna, ma solo quella piccola parte dove passiamo alcuni giorni d'estate. Sapevamo della ricchezza delle opere d'arte, dei tesori dell'archeologia, ma quello che abbiamo visto supera la nostra immaginazione».
Sant'Efisio.
«La più bella festa del mondo, credeteci. È una cerimonia dai colori unici, dalla religiosità forte. Noi veniamo dalla Cina, prima siamo stati in Russia, paesi dove esistono cerimonie simili per ricchezza di costumi, ma questa è senza dubbio la festa locale più affascinante che abbiamo mai visto».
Sembra una promessa: torneremo fra un anno. Magari non da soli.
«Torneremo molto prima, senza dubbio. Parlare dell'anno prossimo è prematuro, certamente saremo qui».
Il momento più intenso di questi giorni.
«Certamente, nella casa degli indigenti. Abbiamo avvertito la grande nobiltà d'animo di quelle persone, l'accoglienza è stata indimenticabile e anche le loro parole ci hanno colpito molto».
La municipalità, il mondo degli imprenditori, la nobiltà e la città dei cagliaritani. Cosa si potrà fare insieme, perché questi giorni non restino solo un ricordo?
«Racconteremo alla Regina di questa ospitalità, dell'entusiasmo che abbianmo registrato dovunque. La festa di Sant'Efisio sarà il primo passo: i vostri cavalli e i costumi, attraverso la partecipazione a eventi pubblici nazionali, potranno essere l'immagine di una terra che saprà attrarre maggiori presenze dal sistema turistico inglese. Con Renzo Persico (presidente del consorzio Costa Smeralda, l'invito ai principi e ad altri imprenditori internazionali è arrivato da lui ) stiamo pensando a come rendere concreto questo rapporto appena nato».
In attesa che in Italia arrivi l'ultima fatica letteraria della principessa, “Il serpente e la luna”.
«Sulla vita di Caterina dei Medici. Il mio libro è già stato tradotto in tante lingue, spero - conclude la principessa - che anche gli italiani possano presto conoscerlo».
ENRICO PILIA
04/05/2009