“Dal primo allarme lanciato il 13 settembre 2013 la situazione nell’Isola è certamente migliorata. Stando ai dati pubblicati nei giorni scorsi dal Dipartimento della Protezione Civile, i Comuni sardi dotati di Piano di Emergenza sono passati da 208 a 283, pari, sì, al 75% del totale, ma sempre sotto media nazionale (che assomma all’80% dei comuni italiani)”. La denuncia arriva dal senatore sardo del M5S Roberto Cotti, che al riguardo ha presentato una interrogazione parlamentare. “Ancora oggi – dice il senatore Cotti – molte amministrazioni comunali si ostinano a non adempiere ad un preciso obbligo di legge, sottovalutando i rischi che corrono i cittadini in caso di calamità o incidenti”.
Scorrendo l’elenco dei Comuni si scopre infatti che importanti località isolane sono sprovviste del fondamentale strumento di prevenzione e gestione delle emergenze. Tra questi, ad esempio, si trova Domusnovas, il paese ove opera la Rwm Italia Spa, l’azienda produttrice di bombe oggetto di recenti polemiche e inchieste della magistratura. Ma non solo. “E’ stupefacente notare – aggiunge Cotti – che Sarroch, sede di una vera e propria “polveriera” industriale, non risulta tra i Comuni che hanno adempiuto all’obbligo di legge”.
In provincia di Cagliari sono privi di Piano di Emergenza, ad esempio, anche Muravera, Sadali, Sestu, ma l’elenco è fin troppo lungo. Buggerru, Giba, Gonnesa, Iglesias, Santadi, Belvì, Bolotana, Desulo, Bortigali, Fonni, Gadoni, Gavoi, Oliena, Ollolai, Olzai, Orune, Sarule, Silanus, Sorgono, Arzana, Barisardo, Calangiuanus, Golfo Aranci, Arzachena, Ales, Bonarcado, Cabras, San Vero Milis, Fordongianus, Nurachi, Paulilatino, Santu Lussurgiu, Seneghe, Tresnuraghes, Uras, Bonorva e tanti altri non risultano dotati del Piano. Tra gli elementi che spiccano dai dati diffusi dalla Protezione Civile, quello del Medio-Campidano: tutti i Comuni hanno rispettato la legge e sono quindi dotati di strumento di gestione delle emergenze.
I Piani di emergenza comunali individuano i principali rischi presenti all’interno del territorio comunale, la loro gestione e le modalità di informazione dei cittadini. Previsti fin dal 2012, rappresentano un obbligo di legge e un indispensabile strumento per la prevenzione dei rischi, un insieme coordinato di procedure operative atte a fronteggiare qualsiasi calamità in un determinato territorio, tanto più importanti se un territorio – come la Sardegna – è colpito dalla triste piaga degli incendi e/o dal dissesto idrogeologico, magari conseguente a fenomeni atmosferici eccezionali.