Le IMMAGINIdel degrado ambientale: i rifiuti, malattia che ha colpito l’Isola
Fermiamoci a riflettere! Prima che sia troppo tardi! Approfittiamo della stasi invernale per leccarci le ferite estive, che il boom turistico ha procurato alla nostra già martoriata Isola. Analizziamo con calma e ponderiamo le colpe, le manchevolezze amministrative e la mala gestione, di chi dovrebbe occuparsi della cura del nostro territorio. Mai, come in questi ultimi anni, si è visto un degrado ambientale così grave, ormai siamo oltre il livello di guardia e nel 2016 si è raggiunto un apice da ultimo stadio.
Esaminando la situazione come una malattia che ha colpito ormai totalmente l’ambiente isolano, appare chiaro quanto siano gravi i sintomi, tanto da sembrare incurabili. Una patologia che ha colpito tutti gli organi nessuno escluso, per i quali occorrono interventi mirati e profondi da parte di tutti. Cure responsabili e professionali, di medici preparati e coscienti, onde evitare il successivo dilagare di questo cancro, che può definitivamente uccidere il paziente. Un male ancora sanabile, ma per rimediare occorrono cure e dosi da cavallo. Per debellare l’epidemia, occorre soffermarsi sui motivi che hanno portato a questo disastro ambientale, del nostro mare e dell’intero territorio sardo. Non esiste lembo di terra che non sia deturpato dalla spazzatura. Perfino l’Ogliastra che fino ad una decina d’anni fa si distingueva dalle altre zone dell’Isola per ordine e pulizia, oggi vive gli stessi problemi inquinanti.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata senza dubbio la raccolta differenziata, appaltata ad aziende non all’altezza della gestione. Mezzi scarsi e inadatti, personale carente, tempi di raccolta ridotti all’osso. Manca la cultura dell’habitat. Se a questo aggiungiamo la totale assenza degli enti pubblici come le Province, preposte a curare proprio l’ecosistema, ormai diventate esclusivamente stipendifici, si capisce quali siano le dimensioni di questo disastro. Un generale scollamento e palleggiamento di competenze tra Regioni, Province e Comuni, che lascia sbalordito il cittadino qualunque, come me. Inutile protestare con il personale addetto di riferimento, le giustificazioni che emergono sono di totale assenza di responsabilit� : è sempre colpa degli altri! Un insieme di mali che collegati al fatto culturale, diventa una bomba che rischia di far esplodere e affondare la nostra meravigliosa Isola. Una cultura del rispetto del paesaggio, che non si può improvvisare unicamente cambiando il nome degli addetti, da spazzini ad operatori ecologici, che se è servita ad aristocratizzare la professione, non è stata utile a migliorare il servizio o pubblicando bollettini che classificano la nostra Isola, come tra le regioni virtuose in questo nuovo tipo di raccolta.
La formazione culturale del personale innanzi tutto, rafforzata nel lungo termine, da quella scolastica che non può prescindere dall’insegnamento dell’Educazione civica, sempre considerata nel nostro paese materia di serie B. Nell’immediato occorre prendere iniziative per un coordinamento tra le Istituzioni, dove lo scollamento tra di loro sembra abbia preso il sopravvento. Non è più possibile un controllo a compartimenti stagni, dove ognuno pensa a gestire il proprio orticello pur essendo circondato dalla gramigna limitrofa. Succede così che alcuni Comuni, vista l’inconsistenza delle Provincie sulla manutenzione delle strade, intervengano nel loro territorio e che altri non lo facciano con la scusa dell’ inadempimento di questo Ente intermedio, trovandosi poi travolti comunque dai rifiuti del vicino poco attento. Bisogna intervenire in tempi brevi sulle imprese appaltatrici, che non rispettano le regole più elementari. Esse, impongono turni e orari, soprattutto d’estate, non in linea con le esigenze delle località turistiche come le nostre. Non è raro vedere volare dagli automezzi, ogni tipo di rifiuto al primo refolo di vento, poiché essi viaggiano scoperti, pur essendo provvisti di teloni, utili a ritirare a norma l’immondizia. Difficile stabilire se questo sia legato ai ritmi di lavoro stressanti o all’incuria della ditta appaltante, certamente le pubbliche amministrazioni devono intervenire, anche nell’imporre semplici accorgimenti come questo. Ridurre le manchevolezze amministrative che demotivano le persone più corrette, dando giustificazioni a quelle incivili.
Organizzare servizi più efficienti e funzionali, fare una raccolta notturna e non durante il giorno, particolarmente d’estate, distribuire un maggior numero d’isole ecologiche chiuse, camuffandole agli occhi dei passanti, favorire i cittadini con più senso civico e incoraggiare le famiglie, alla pulizia del proprio spazio davanti a casa, incentivandole magari con sconti sulle bollette, imporre a chi affitta appartamenti d’estate, la consegna dei contenitori per gli inquilini. L’inverno poi, non deve continuare ad essere un periodo di letargo, ma un momento per preparare la stagione estiva prossima al meglio. La terra ed il mare sono ricettacolo delle brutture estive procurate dall’uomo, non bisogna aspettare il mese d’agosto per tentare di porvi rimedio, quando ormai l’immagine è stata deturpata e vilipesa. Soprattutto perché il momento più propizio per ripulire il mare è quello delle grandi maestralate invernali, quando onde altissime vomitano con rabbia il volume di spazzatura ingurgitata negli anni, quasi sperando che qualcuno intervenga. Altrettanto va fatto lungo le cunette delle strade, poiché in primavera la crescita dell’erba nasconde tutte le porcherie celandole fino al taglio della stessa, all’inizio dell’estate, dove le macchine falciatrici contribuiscono a moltiplicarla come pani e pesci. Infine, l’esempio venga dall’alto, gli uffici di tutti gli Enti pubblici preposti a gestire questa emergenza, cooperino tra loro in modo proficuo e costruttivo. Altrimenti la nostra principale risorsa economica, ormai indirizzata esclusivamente sul turismo, sarà depauperata e persa.