Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Gran caos Manifattura Gli operatori culturali criticano il regolamento

Fonte: L'Unione Sarda
7 novembre 2016

Gli assessori Ghirra e Frau: tempi rapidi per la gestione definitiva

 

Più che una Fabbrica della creatività, un luogo ribollente di prove, esperimenti, confronti, il regolamento (corredato da piantine e tariffario) pubblicato da Sardegna ricerche per l'utilizzo dell'ex Manifattura tabacchi, di proprietà regionale, sembra tratteggiare una sorta di fiera degli eventi: cari organizzatori, scegliete la data, indicate lo spazio che fa al vostro caso, pagate e utilizzatelo (ma per non più di 15 giorni di fila). L'assessore regionale alla Programmazione Raffaele Paci, qualche giorno fa, ha sottolineato la provvisorietà della situazione («È una tappa verso l'apertura definitiva») ma alla pubblicazione del regolamento molti hanno puntato il dito sulle incongruenze: si può prenotare anche un solo sgabuzzino, e le capienze sono spesso assurde, con alcuni ambienti in cui possono entrare «zero persone».
VIA DI FUGA Quest'ultimo problema dipende dall'inadeguatezza delle vie di fuga, falla cui porrà rimedio il Comune: «Nel Piano particolareggiato del centro storico - fa sapere l'assessora all'Urbanistica Francesca Ghirra - abbiamo inserito un intervento che permetterà di aprire un'uscita sui vicoli di via Lanusei». E il regolamento? «Mi pare che vada più in direzione dell'organizzazione di spettacoli o eventi che in quella del laboratorio e della produzione. Spero che si arrivi presto all'aggiudicazione definitiva e che si definiscano un coordinamento e una direzione artistica».
URGENZA Anche il suo collega di Giunta Paolo Frau, titolare della Cultura, preme sui tempi: «La mia prima preoccupazione è che sia confermata la missione originaria di Fabbrica della creatività». Sei mesi fa, la decisione della Regione di affidare temporaneamente la gestione dell'ex Manifattura a Sardegna ricerche ha infiammato il dibattito sulla convivenza fra cultura umanistica (al centro del progetto da 10 milioni di euro in base al quale lo stabile fu ristrutturato) e tecnologia. «L'affiancamento non mi terrorizza - commenta Frau - ma sollecito con urgenza l'adozione di un piano di gestione. Nell'attesa è positivo che sia già disponibile all'uso».
PREZZI ALTI Gli operatori culturali non l'hanno presa bene: «Non è ciò che serve», attacca Paolo Carta, dell'associazione “Progetto Contemporaneo”, che si occupa di arti visive, nonché creatore, insieme a Stefania Zaccheddu di Libriforas, della pagina Facebook, “Riprendiamoci l'ex Manifattura”: «Nei vari incontri fra operatori e Regione - ricorda - l'avevamo anticipato: se si ragiona solo in termini di affitti, l'ex Manifattura non può diventare il luogo di produzione culturale di cui la città ha bisogno. Uno spazio da 54 metri quadri per 15 giorni costerebbe 450 euro: più di un locale a Villanova».
«ESCAMOTAGE» Prezzi troppo alti anche secondo Tiziana Troja, della compagnia teatrale Lucido Sottile. «Ci sono spazi in città più attrezzati e che costano meno: per esempio i teatri. Le capienze troppo ridotte e la mancanza di qualunque strumentazione rendono impossibile qualunque tipo di utilizzo. Lucidosottile gestisce insieme ad altre associazioni l'ex Liceo artistico di piazzetta Dettori, che è un vero spazio culturale polifunzionale al servizio della città: mesi fa mettemmo a disposizione dell'assessorato regionale alla Cultura la nostra esperienza ma non ci hanno neanche risposto. Sardegna Ricerche non ha esperienza di gestione di spazi culturali ma non credo che tutto ciò sia casuale. Ho il sospetto che questo regolamento sia l'ennesimo escamotage per scoraggiare gli operatori culturali a utilizzare la Manifattura per poi destinarla ad altri usi».
LOTTIZZAZIONI Non è entusiasta nemmeno Massimo Palmas di Jazz in Sardegna: «Si è ristrutturato un contenitore senza preliminarmente definire i contenuti». Tuttavia, non tutto è da buttare: «Pubblicando calendario e tariffario, la Regione dimostra di aver deciso di non lottizzare l'ex Manifattura. Se ci metti dentro stabilmente delle associazioni, a mo' di condòmini, ne fai una sorta di centro sociale, formula figlia di un'altra epoca e ormai fuori dalla storia: ti dà qualche risultato il primo anno ma poi si sclerotizza. Così, almeno, un imprenditore può organizzarci un evento importante utilizzando tutto l'edificio. Il rischio, semmai, è che arrivino prenotazioni “a macchia di leopardo” per i singoli locali, vanificando questa possibilità».
Marco Noce

La Fabbrica?
Non c'è: così,
al massimo,
può ospitare
una conferenza
So quanta attesa di spazi
c'è da parte delle associazioni culturali
Puntiamo alla collaborazione
tra start-up
e cultura, creatività e arte
A questi prezzi per una compagnia è conveniente affittare altri spazi: come i teatri»
In una sala
di 1.000 metri quadri possono entrare solo 100 persone. Assurdo
Le nuove tecnologie devono essere al servizio della cultura
e non viceversa