Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I sindaci d'Italia firmano l'alleanza: «Il governo dovrà darci ascolto»

Fonte: L'Unione Sarda
7 novembre 2016

Ieri a Cagliari l'incontro fra Zedda, Pizzarotti e il presidente nazionale dell'Anci Antonio Decaro

 

Il partito dei sindaci? Non ha colore e nemmeno una sigla, ma già esiste: comprende tutti i 7998 primi cittadini d'Italia. Il presidente dell'Anci, Antonio Decaro (Pd), gioca un po' sulla formula utilizzata, ma il senso non cambia: «Al Governo abbiamo chiesto di liberarli, solo così le comunità potranno respirare e l'Italia tornare a volare». E del resto il titolo del convegno organizzato ieri a Cagliari da Sel Sardegna è inequivocabile: “Dal buongoverno delle città le idee per superare la crisi e far rinascere il Paese”.
LA SQUADRA Decaro arriva in ritardo ma centra subito il punto: «Siamo una squadra indipendentemente dal posizionamento geografico e politico, incontrarci significa mettere le esperienze positive a confronto», spiega nella sua doppia veste, dopo che sono già intervenuti gli altri protagonisti dell'appuntamento, Massimo Zedda e il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, e prima ancora il consigliere regionale di Sel, Francesco Agus, e il presidente della Giunta elezioni del Senato, Dario Stefano. La notizia è che «vogliamo costruire un'agenda urbana nazionale dove poter scrivere i temi che il governo deve tenere in considerazione per fare le sue scelte». I sindaci vogliono contare, insomma, «e non essere consultati solo in occasione delle manovre finanziarie». Parlare di partito dei sindaci si può, dunque. Peraltro non è la prima volta che accade: è vicina l'esperienza dei sindaci arancioni (tra cui lo stesso Zedda) guidati da Giuliano Pisapia e che nel 2011 riempivano piazze e puntavano alla costituzione di un movimento.
GLI OBIETTIVI Contare, per Decaro, significa incidere su politiche importanti come quelle sui rifiuti o sui trasporti pubblici. L'idea è quella di «creare una sorta di patto tra lo Stato e i Comuni, all'interno del quale dovremmo essere noi a fare le proposte». Perché, insiste Decaro, «i Comuni possono diventare il motore della ripresa del nostro Paese». Si riparte dalle città, allora. «Dal buongoverno alle idee per la politica nazionale?», chiede il moderatore del dibattito, l'editorialista di Repubblica Stefano Folli. «E a che punto è arrivata questa importante evoluzione?».
L'ASSENZA DEI PARTITI «Si ricomincia dai tanti esempi di buongoverno che abbiamo, dalla volontà di mettere di nuovo i Comuni nelle condizioni di migliorare i servizi», interviene il padrone di casa e sindaco di Cagliari, Massimo Zedda (Sel). Tutto qui? E la carica dei sindaci? «C'è un mondo di amministratori, di persone impegnate in politica che non hanno più partiti di riferimento, e c'è un universo di giovani che non si riconosce in nessuna forza politica esistente - fa notare - portarli a ragionare con noi sui temi ci permette di dare una speranza per il futuro. Se da ciò nasce un movimento politico che aggrega, ben venga». Ma per il momento nessuna etichetta. «Almeno - precisa l'ex M5S Pizzarotti - le intenzioni dell'incontro di oggi sono altre, ma appuntamenti come questo possono scatenare comunque reazioni a catena: il 19 a Parma organizziamo un incontro sullo stesso filone».
LA LINEA UNITARIA Detto ciò, «noi rappresentiamo l'ultimo livello politico, quello in cui i cittadini si rivedono e a cui rivolgono i propri problemi. Il sindaco è colui che prende meno in giro dal punto di vista politico». E una cosa è certa: «C'è un filone comune che ci lega a prescindere da tutto e che dobbiamo avere la voglia di sviluppare».
Roberto Murgia