Ansa News
"Basta con l'accanimento finanziario e normativo nei confronti dei Comuni che diventa una penalizzazione dal lato dei servizi e degli investimenti". E' la forte reazione dei Comuni che avviano una settimana di lotta in Sardegna e a Roma per sollecitare profonde modifiche nel nuovo sistema di contabilità e di bilancio. L'annuncio è stato dato dal presidente dell'Anci Sardegna, Pier Sandro Scano, e dal direttore regionale, Umberto Oppus.
Si parte lunedì 7 a Montecitorio con 600 sindaci in piazza dove ci sarà anche una delegazione di circa trenta primi cittadini sardi, poi nel pomeriggio ci sarà il direttivo Anci sulla legge di stabilità. Domani il neo presidente Anci, Antonio Decaro, sarà a Cagliari e l'associazione regionale chiederà che il tema della finanza locale venga posto al Governo con determinazione. Infine giovedì 10 a Roma anche Anci Sardegna parteciperà alla quinta conferenza sulla Finanza e l'economia locale. A Cagliari venerdì 11 i sindaci autoconvocati a Santa Giunta tre settimane fa consegneranno in Consiglio regionale un documento riguardante questi temi. "Alla Regione poniamo alcuni questioni - ha detto Scano - in primis quello degli spazi finanziari. Abbiamo chiesto la cessione di capacità di spesa per almeno 25 milioni, ma ci ha detto che non li aveva, mentre il fondo unico va aumentato".
Sul fronte nazionale Anci ricorda che in otto anni il sistema dei comuni ha perso 17 miliardi di trasferimenti e con le nuove regole "non è possibile usare l'avanzo di amministrazione, un tesoretto stimato 4,5 mld che in Sardegna vale circa 200 milioni. Per il triennio 2017-2019 servono correzioni profonde nel meccanismo di pareggio di bilancio, per l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione e la ristrutturazione dei mutui - conclude Scano - occorre dare una mano per il risanamento degli enti di difficoltà, rivedere il blocco del turn over e una maggiore flessibilità anche in deroga per messa in sicurezza del patrimonio, per l'edilizia scolastica e il rischio idrogeologico".