Studenti spostati da una sede all'altra: il caso portato in Parlamento da Vargiu
La preside: in altre città l'Artistico è un fiore all'occhiello «Domani, dove abbiamo lezione?». Perché gli studenti del liceo artistico Foiso Fois sono pendolari dello studio: certi giorni, vanno nella sede centrale di via Sant'Eusebio, altri si spostano al Besta 2 di Monserrato. Un caso che è arrivato anche in Parlamento, attraverso un'interrogazione alla ministra per l'Istruzione Stefania Giannini da parte del deputato cagliaritano Pierpaolo Vargiu.
LA VICENDA Una storia che ha radici lontane nel tempo: l'artistico, storicamente ospitato alla Marina, all'ex liceo Dettori, aveva assorbito tranquillamente anche il trasferimento in Castello, in piazza San Giuseppe. «Erano collocazioni ideali», spiega la dirigente scolastica Ignazia Chessa, «perché, per la nostra didattica, è necessario stare al centro della città. E c'erano a disposizione le aule attrezzate di cui abbiamo bisogno». I problemi nascono con lo spostamento nella sede attuale, quella che, in passato, ospitava lo Scano. «Un luogo che ha spazi solo per la didattica tradizionale ma noi abbiamo anche bisogno di laboratori e di altri spazi che sono specifici per questo indirizzo di studi».
IL LICEO MUSICALE La situazione sembra, in qualche modo, risolta con l'acquiszione di nove aule al Leonardo: lì ci sono spazi a sufficienza anche per i laboratori. E, per di più, dopo l'istituzione del liceo musicale, la sede, comunque, in centro, è anche vicina al conservatorio. Troppo bello per essere vero. Infatti, la “pacchia” dura solo pochi mesi. Sin quando il Martini scopre di avere problemi strutturali: diventa necessario un intervento. E, soprattutto, diventa indispensabile il trasferimento degli studenti. Dove? La soluzione d'emergenza è lo spostamento al Besta. Ma, nel frattempo, visto il calo degli iscritti, arriva l'accorpamento del Martini al Besta e al Leonardo. E il Leonardo diventa indisponibile per il liceo artistico-musicale. «Solo che», riprende Chessa, «avevamo già fatto l'orientamento. Agli studenti delle medie avevamo annunciato che avrebbero studiato nella sede centrale di via Sant'Eusebio e in quelle staccate di via Bixio a Pirri e del Leonardo».
L'ANNO SCOLASTICO Nel corso dell'estate Chessa scrive un po' a tutti. Senza avere risposte. Grazie a un messaggio su whatsapp scopre che avrà a disposizione il Besta 2, ancora occupato però dal Martini. L'avvio dell'anno scolastico è da incubo: senza la sede a disposizione, gli studenti sono costretti a fare due turni. Frequentano la scuola solo per tre al giorno perché ci sono tanti pendolari che, di sera, non potrebbero tornare da Monserrato verso casa. La situazione migliora solo in parte quando, finalmente, il Besta 2 viene riaperto. Solo in parte perché, nonostante il pullmino messo a disposizione degli studenti, Monserrato non è facilmente raggiungibile da chi viene da fuori: ci sono ragazzi di Siliqua, di Teulada, di Armungia, di Barrali. Qualcuno arriva in metro, altri in pullman, con il treno. La sistemazione nell'hinterland crea parecchi problemi.
LA SITUAZIONE Il liceo artistico musicale ha 850 iscritti («Con un trend in crescita ma ci fermeremo a 900», dice Chessa), divisi in 41 classi (due sono del liceo musicale). E ha a disposizione 41 aule: 14 in via Sant'Eusebio, 15 in via Bixio e 12 al Besta 2. «Questo significa che dobbiamo far ruotare gli alunni per far frequentare loro i laboratori. E ci troviamo anche nella condizione di dover fare lezioni di didattica tradizionale nelle aule speciali. E poi c'è un aspetto tutt'altro che secondario: tra gli studenti ci sono anche 44 disabili. «Con i quali stiamo facendo uno splendido lavoro. Ma hanno esigenze particolari: serve loro una certa regolarità. Devono, per esempio, vedere la stessa situazione, avere la sedia sistemata sempre nello stesso punto. Gli spostamenti creano grossi problemi nel loro inserimento».
IL FUTURO Chessa è sconfortata. «Anche perché in altre città il liceo artistico è un fiore all'occhiello. Qui la sua sorte sembra non interessare a nessuno». Nessuna accusa specifica. «Gli unici che ci hanno ascoltati sono stati i componenti della commissione Cultura della Regione». Silenzio da parte delle altre amministrazioni. Eppure i problemi potrebbero essere risolti. «La soluzione ideale? Tornare nella sede di San Giuseppe. Oppure sfruttare i tanti spazi pubblici non utilizzati. Perché, per esempio, non assegnarci gli ex locali della Prefettura in via Logudoro?». E poi ci sarebbe un sogno da inseguire. «Il posto ideale per questa scuola? Uno degli spazi della Manifattura tabacchi».
Marcello Cocco