Un laboratorio di pace in una città aperta al futuro. L'auspicio per Cagliari è dell'arcivescovo Arrigo Miglio pronunciato ieri durante la concelebrazione per la festa di san Saturnino, patrono della città. Presenti autorità civili e militari, il presule ha dedicato il suo primo pensiero ai terremotati di Norcia, ricordando il legame che unisce il capoluogo alla cittadina umbra, prima sede episcopale dell'indimenticato arcivescovo Ottorino Alberti. Poi ha parlato di Cagliari. «Deve essere aperta», ha osservato, «alla speranza e al futuro, una città che è invitata ad avere un orizzonte ampio, come il mare su cui si affaccia». Monsignor Miglio ha ricordato come Cagliari sia ospitale con presenze ben radicate come quelle dei filippini, ma anche dei rumeni, ucraini e altre ancora che fanno ormai parte del tessuto sociale. «Un elemento», ha aggiunto, «che deve invitarci a non spaventarci degli arrivi e guardare ai bambini appena nati o che stanno per nascere». Monsignor Miglio ha ribadito la necessità di aprire il cuore agli altri con una collaborazione armonica, «che già avviene», con le istituzioni. E ha aggiunto: «Deve essere una città ricca di futuro e speranza, Cagliari deve essere un laboratorio di pace». Una omelia che è piaciuta al sindaco Massimo Zedda: «Condivido l'appello ad avere un orizzonte più ampio e l'invito a un approccio di fratellanza e solidarietà». (al.at.)