SAN MICHELE.
Giorno e notte viavai di sbandati e tossicodipendenti
Panorama mozzafiato con vista sulla città, un castello utilizzato come spazio espositivo per mostre e iniziative culturali, aree verdi e prati a disposizione di famiglie, bambini e sportivi. Il colle di San Michele è un'oasi felice. Intorno però regna il degrado: stabili abbandonati, pareti a rischio crollo circondate da transenne e la zona ribattezzata il “fortino dei tossici”. Un triangolo - tra ingresso del parco, via Kock e seminario arcivescovile - disseminato di siringhe, metadone, garze insanguinate e i “fantasmi”, persone di ogni età alla ricerca del posto giusto per “farsi”.
I FORTINI Restare all'interno del parco del colle di San Michele è l'unica garanzia per non fare brutti incontri. A ogni ora del giorno e della notte il viavai di tossicodipendenti è impressionante. Come il cinquantenne, camicia di due taglie più grandi, in cerca di “filtri”. «Cosa cerco?», dice con voce impastata. «I filtrini impregnati di cocaina ed eroina. Non è facile trovarli. Anzi è molto raro». Busta di tela in mano, cammina a fatica tra gli ex fortini militari a poche decine di metri dai parcheggi del colle di San Michele. «Non ho soldi per comprarmi le dosi», aggiunge, «per questo spero di recuperare un po' di droga dai filtri». A poca distanza, due tossicodipendenti chiacchierano e si preparano le siringhe. Sono a ridosso del muro di cinta del seminario arcivescovile. Proseguono nel loro rito anche davanti allo sguardo degli intrusi cronisti. Camminare nei sentieri tra sterpaglie e vegetazione bassa è rischioso. Le siringhe con aghi insanguinati spuntano da ogni parte. Accanto alle due vecchie torrette militari abbandonate la situazione è da allarme igienico sanitario. Boccette, metadone e spazzatura di ogni tipo. «Pulizia? Solo un folle si avventurerebbe da quelle parti, rischiando la propria salute», commenta un pensionato abituale frequentatore del parco.
L'ABBANDONO Anche all'interno del colle di San Michele non mancano le situazioni di degrado. La struttura a più piani, circondata da piccoli laghetti, che ha ospitato l'archivio della soprintendenza dei beni archeologici è oramai inutilizzata da anni. Gli ultimi blitz di vandali e tossici avevano portato allo sgombero di documenti e arredi. Le porte sono state chiuse con catene e lucchetti. Resta lo scandalo dei tanti soldi pubblici spesi per una struttura in completo abbandono. Appena si esce dal parco, in via Cinquini, ci si imbatte nell'ex asilo e circoscrizione: un rudere utilizzato in passato da sbandati e tossicodipendenti, ora sorvegliato e in attesa di essere riconvertito. Si era parlato anche della possibilità di trasformarlo in una caserma dei carabinieri. Non se n'è saputo più nulla.
LE TRANSENNE Il biglietto da visita del colle, per chi utilizza i mezzi del Ctm, è la fermata dell'autobus tra via Bacu Abis e via Cinquini: la pensilina non si può usare perché chiusa dalle transenne. «La parete è crollata in più punti», spiega Franco Lattuca, nato e cresciuto nella strada che dà sul colle di San Michele. «È così da anni. La zona è diventata un immondezzaio e nessuno fa nulla. Ho cinquant'anni e sono disoccupato, così come tante altre persone di Is Mirrionis: perché il Comune non ci fa lavorare, affidando gli interventi di pulizia a delle cooperative?».
Matteo Vercelli