Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Caccia al tesoro, anzi alla musica Decine di persone in giro a piedi da una parte all'altra della ci

Fonte: L'Unione Sarda
24 ottobre 2016

Studium canticum ai Giardini pubblici e nel centro storico 


È un po' come nei concorsi di bellezza, quando le miss si dissociano mentre sfilano in bikini: « Mi ha iscritta una mia amica, io non volevo », e poi magari vincono. Alla caccia al tesoro di ieri nel centro storico (e non solo), per alcuni concorrenti è un po' la stessa cosa: “Mama, I do it for you” (“Mamma, lo faccio per te”), si legge sulla maglietta di una ragazzina. Ma alla fine - anzi, già dall'inizio - anche lei, al primo enigma da risolvere, si butta a capofitto nella ricerca della soluzione. Tutti pestano con foga sullo smartphone acceso su Google, telefonano agli amici per procurarsi gli strumenti musicali da presentare al tavolo di controllo di una tappa, chiedono consigli sugli enigmi all'amico intelligente (tutti ne hanno uno), chiede uno strumento in prestito a un musicista.
L'INIZIATIVA È proprio la musica, il filo conduttore della caccia al tesoro che l'associazione culturale Studium canticum ha organizzato per un autofinanziamento che, malgrado il successo (trenta squadre composte da quattro persone ciascuna, ognuna persona paga dieci euro), difficilmente ci sarà: le spese non mancano, i premi sono generosi. Il più ambito è il vaucher da mille euro da spendere in un'agenzia di viaggi, assegnato ai vincitori: alla fine se lo aggiudica la squadra “I papaveri e le papere”, composta da Alberto e Francesca Saba, Luciana Fronteddu e Ralph Vollmer. Ci sono anche voucher per il Teatro lirico, per la libreria Tiziano e per l'agenzia turistica Eudesia. Non devono stupire, i premi, considerato che organizza un'associazione culturale: è in cultura e conoscenza che si è premiati.
GAMBE IN MOTO Partenza e arrivo ai Giardini pubblici. Vietati i motori, infatti le biciclette abbondano. L'idea è di Marsilio Parolini, uno che nel settore è blasonato: sue le cacce al tesoro dell'Atm, l'azienda di trasporti milanese. Superare le prove è una passeggiata, ma sono nel senso che si deve camminare. Verso dove, non è semplice: alla partenza, ad esempio, bisogna capire che le note musicali su un pentagramma devono essere lette come un codice morse, e solo così si può capire che si è attesi nel corso Vittorio Emanuele. Non a mani nude: il galateo richiede la presentazione di alcuni strumenti musicali tra cui una tromba, di una lingua di Menelik (quelle allungabili di carta che si usano nelle feste pe-pee-pe-pe-pe-pe-pee Brigitte Bardot Bardot , per capirsi), uno scacciapensieri, uno spartito musicale. Poi l'enigma manda i concorrenti ai Giardini sotto le mura (lì uno dei cinque cori Studium canticum intona l'Alleluja di Haendel, oggetto dell'enigma). Poi si va al Parco della musica con l'unica deroga all'uso dei motori: si utilizzano quelli dei bus della linea M del Ctm (tra gli sponsor), a bordo dei quali le squadre devono girare un videoselfie mentre cantano una canzone: per la delizia, o l'orrore a seconda dei casi, dei passeggeri. Poi di nuovo ai Giardini sotto le mura e infine in quelli pubblici, dove le prime dieci squadre si affrontano in una serie di prove, tra cui il lancio di uova. Non è una “guerra sporca”, almeno l'intenzione dichiarata non sarebbe quella: poi, certo, prendere al volo un uovo senza romperlo richiede perizia (o un bollitore nascosto nei paraggi). Le squadre dal quinto al decimo posto si consolano con il panino Studium Canticum, creato per l'occasione da Cucina.eat.
LO SPIRITO Al di là dei premi, che cosa resta di questa caccia al tesoro? Per Stefania Pineider, direttrice artistica e organizzativa di Studium Canticum, la diffusione della musica e il reclutamento di nuove voci per i cori. Per chi ha partecipato, un pomeriggio di spensieratezza, nuovi amici per chi si è presentato da solo ed è stato inserito in una squadra, aver messo in moto le gambe in una città vista sempre e solo dal finestrino dell'auto: un tesoro al quale valeva la pena dare la caccia.
Luigi Almiento