Le nuove attività avviate nel rione sono dedicate a cibo a bevande
Cos'hanno in comune una drogheria in cui si trovava di tutto, una casa di riposo per anziani, una libreria e una boutique che per 50 anni, a Cagliari, ha dettato le tendenze della moda? Tre cose: primo, si trovavano tutte nello stesso quartiere; secondo, hanno tutte chiuso negli ultimi mesi; terzo, al loro posto sono sorte altrettante attività legate alla ristorazione.
Benvenuti nel gran ristorante diffuso Marina, dove la vendita di cibi e bevande sta monopolizzando il tessuto commerciale.
VIA ROMA Tre giorni fa, sotto i portici di via Roma, davanti al civico 75, sono spuntati eleganti tavolini: dentro, dove per mezzo secolo c'è stata la boutique di Maria Luisa Ruggieri che lo scorso inverno ha detto stop per sopraggiunti limiti di età, ora si trovano cibi e vini di qualità, oggettistica di design, una cucina a vista. Solo il nome è rimasto lo stesso: 75. «Si entra per curiosare, degustare ed eventualmente acquistare prodotti alimentari di qualità, di nicchia, premiati, cose buone e genuine», dichiara uno dei soci, Alessandro Murgia. Si apre di mattina le colazioni, si chiude a tarda notte.
VIA SARDEGNA Stessi orari e formula simile per il bistrot Rafè, aperto da tre mesi all'angolo fra via Sardegna e via Barcellona nei locali del negozio di biancheria Ammirati, chiuso da una decina d'anni. Ambiente elegante dominato dal bianco e nero, cucina aperta dalle 11 alle 23, «prodotti freschi e preferibilmente bio, per esempio le uova», spiega Daniela Ammirati (nipote di Raffaele “Rafè” Ammirati, l'imprenditore che costruì il palazzo che al piano terra ospita il locale commerciale), titolare insieme al fratello Fabrizio e due altri soci.
VIA BARCELLONA Punta su qualità e clientela medio-alta anche L'Ambasciata, ristorante (in via Barcellona) con annesso hotel de charme (tre stelle, ispirazione liberty, otto camere, ognuna intitolata e ispirata a una spiaggia sarda, ingresso in via Sicilia): da fine agosto occupa un edificio che ospitava una residenza per anziani. «Ma in passato - racconta uno dei soci, Massimo Castangia - è stata sede dell'ambasciata eritrea, donde il nome, e poi albergo a ore, casa d'appuntamenti e, dopo la ristrutturazione degli anni Ottanta, ambulatorio medico». La collocazione, dice, «a due passi da porto e stazione dei treni, facilmente raggiungibile coi mezzi pubblici e a piedi», è «ottima per fare una ricettività e ristorazione di qualità» mentre era pessima per la casa di riposo, che ha chiuso perché, in piena ztl, con strade pedonali tutt'attorno, le ambulanze avevano difficoltà d'accesso e i familiari degli ospiti non trovavano parcheggio.
PORTICO Nel portico Sant'Antonio è diventato un bar il minuscolo locale che ospitava la Galleria del libro: l'inaugurazione il giovedì 6 ottobre, il nome (autoironico) è Caffè Ristretto. «Per i nostri aperitivi proponiamo cose semplici, salsicce e formaggi, ma rigorosamente locali e genuini», spiega Renzo Zedda, già titolare, pochi metri più giù, sulle scalette Santo Sepolcro, della friggitoria Patate & Co, da qualche anno punto di riferimento per il buon cibo da strada. Zedda siede nel direttivo del consorzio Centro storico: «Sto spingendo perché ciascun locale del centro “adotti” un piatto della tradizione: dobbiamo restare ancorati al territorio».
KEBAB E TANDOORI Ma Marina è pur sempre il quartiere dell'angiporto, e quindi aperto per definizione alle altre culture. Ne è una conferma il numero di kebab, come quello che tre anni fa ha rimpiazzato il laboratorio del sarto Teseo, in via Sardegna, proprio di fronte a Rafè, e di altre rivendite di cibo esotico, come il ristorante pachistano che, pochi mesi fa, ha sostituito la drogheria che per decenni ha operato in via Sardegna all'angolo con via Napoli: il rialzo del canone d'affitto (problema diffuso, nel quartiere: in alcuni casi, in pochi anni, sono raddoppiati) ha indotto i titolari a spostarsi in via XX Settembre.
Marco Noce