La Carta di Siena
Dirigenti dei musei civici d'Italia ed esperti nazionali di museologia sono riuniti da due giorni a Cagliari per discutere della riforma Franceschini, mettere a fuoco le criticità della nuova organizzazione del sistema (che ha il fulcro nell'istituzione dei Poli museali regionali) e studiarne le opportunità. Per fissare i punti d'arrivo dell'ampio confronto che ha avuto come teatro la Galleria d'arte dei Giardini pubblici, oggi sarà firmata la Carta di Siena. Traendo nome dalla città in cui è stato concepito l'embrione, si propone come testo di riferimento per la politica e gli operatori del settore. «Più del 70 per cento dei musei pubblici italiani sono civici. Rappresentano l'ossatura del sistema museale ma vengono toccati solo in parte dalla riforma», dice Anna Maria Montaldo, direttrice dei musei civici di Cagliari e presidente dell'Anmli, l'associazione nazionale organizzatrice del convegno. L'obiettivo a cui da anni si tende pone le strutture di competenza degli enti locali al centro di un virtuoso sistema di rete, capace di valorizzare appieno risorse e capacità manageriali, connettere territori e attivare incisivi processi culturali. ( m . a .)