MIGRANTI. La prima cittadina di Villacidro: qui c'è una struttura che crolla, cosa devo fare?
«Le ordinanze con misure urgenti vanno prima viste da noi»
La sicurezza pubblica è questione di Stato, i sindaci non possono emettere ordinanze in libertà: devono chiedere l'autorizzazione alla Prefettura. Altrimenti, è la minaccia, i loro provvedimenti rischiano l'annullamento. La direttiva è stata diramata in tutti i comuni, il 12 settembre, dalla rappresentante del ministero dell'Interno a Cagliari, Giuliana Perrotta . Da allora lo sdegno dei primi cittadini non è uscito dalle mura dei municipi. Ma c'è. E se la lettera non ha scatenato lo scontro istituzionale, poco ci manca. L'Anci (Associazione nazionale dei comuni) prepara le contromosse. Sullo sfondo - anche se sui documenti non ci sono riferimenti - c'è la tensione, che cresce sempre di più, scatenata dalla gestione dell'emergenza migranti: controllata da Roma ma scaricata sui territori.
LA POLEMICA Un parere tra tanti: la sindaca di Villacidro, Marta Cabriolu: «Lo scontro nasce dalla questione migranti. Qui c'è una struttura inagibile, dove pezzi di cornicione rischiano di crollare sulla testa degli stranieri. E non posso fare nulla. Decide tutto la prefettura: m'impongono di fare finta di niente, ma non posso. Scaricano i problemi, poi ci legano le mani».
LA LETTERA «Continuano a pervenire - esordisce la Perrotta - ordinanze che dispongono, con decorrenza immediata, l'adozione di misure urgenti senza che ci sia data preventiva notizia». I sindaci le emettono grazie ai poteri in tema di sicurezza pubblica previsti dal testo unico degli enti locali. Norma per la quale palazzo Viceregio dà un'interpretazione: «Il prefetto deve poter apprezzare preventivamente le conseguenze delle ordinanze». Quindi i sindaci dovranno «far pervenire, in via preventiva, gli schemi di ordinanza da adottare segnalando le date di adozione». Per evitare che «le ordinanze debbano essere riesaminate» e, se necessario, annullate. La prefetta impone concertazione in tema di sicurezza. Ma per i sindaci è proprio la concertazione, a mancare.
L'ANCI Sceglie una formula diplomatica, ma è duro il presidente dell'Anci, Piersandro Scano : «Non intendiamo ovviamente né aprire né alimentare polemiche tra soggetti istituzionali. La circolare pone profili delicati e richiede un esame molto serio, sereno e rigoroso. Stiamo esaminando tutti gli aspetti», esordisce. E continua: «Forse sarebbe stato bene prima di ricorrere alle circolari avere un confronto. In ogni caso ripetiamo ciò che abbiamo già detto altre volte: richiamiamo l'articolo 114 della Costituzione, dice che la Repubblica è costituita, tra gli altri enti, dai Comune e dallo Stato. Sullo stesso piano».
I SINDACI Caustico il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda : «Ci fa piacere che il prefetto ci scriva per ricordarci le leggi che conosciamo e che applichiamo ogni giorno - ironizza - se ha bisogno di avere le ordinanze suggerisco di consultare il sito del Comune. Ci si dimentica che ormai è tutto online e si citano norme pensate all'epoca del fax, dei segnali morse e della telescrivente». Di sgarbo istituzionale parla il collega di Quartu, Stefano Delunas : «Non conosco il motivo della circolare. Ma di una cosa sono certo: si è bypassato tutto il percorso di condivisione tra Anci, prefettura, Regione e ministero, nato della discussione a palazzo Viceregio, qualche mese fa, in presenza del prefetto Morcone». Il malcontento accomuna i grandi centri con i piccoli: «Se emetto un'ordinanza la invio per conoscenza alla Prefettura - spiega il primo cittadino di Ortacesus, Fabrizio Mereu - ma se devo aspettare una loro risposta il provvedimento, urgente perde di senso. È necessario un riequilibrio dei rapporti istituzionali». Sulla stessa linea Alberto Urpi , da Sanluri: «Bene, la invio prima a loro. E se mi rispondono dopo un mese, che urgenza è? Parliamo di sicurezza pubblica, così si ingessano ancora di più sindaci già bloccati da norme nazionali. Serve subito un incontro fra Anci e prefettura».
Enrico Fresu