Un direttore generale, un revisore dei conti e venti dipendenti. Sono questi i primi numeri certi dell’Ase, l’Agenzia sarda delle entrate che il Consiglio regionale si prepara a trasformare in legge. Oggi il via al dibattito nell’aula di via Roma con l’opposizione di centrodestra che ha bocciato su tutta la linea il modello fiscale scritto dalla maggioranza attraverso quattordici articoli sui cui domani comincerà l’esame (qui il testo completo) il testo completo). Oggi invece la discussione generale, chiusa dall’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci.
La seduta si è aperta con la proposta di Pietro Pittalis, bocciata ai voti. Il capogruppo di Forza Italia ha chiesto di congelare la discussione del ddl, “in attesa di conoscere nei dettagli la proposta di cancellazione di Equitalia, scritta dal Governo nazionale nel Dpef (documento di programmazione economico-finanziaria)”. Ma la maggioranza, che almeno all’apparenza ha ritrovato compattezza dopo lo scontro della scorsa settimana, ha deciso di andare avanti.
L’Ase costerà ai contribuenti sardi 2,7 milioni annui. Il direttore generale verrà nominato “su proposta dell’assessore competente”, quello alla Programmazione e “sarà scelto tra i dirigenti della Regione” (articolo 11). L’indicazione del revisore dei conti, invece, spetterà invece al presidente della Giunta pescandolo “tra i professionisti iscritti all’albo” (articolo 12). I dipendenti, infine, saranno venti. “Anch’essi da selezionare “nell’amministrazione regionale, tra il personale di ruolo”. Ma siccome è richiesta “alta specializzazione”, Paci ha già fatto sapere che “si dovrà fare ricorso a figure esterne”, come lo stesso ddl stabilisce al comma 3.
Lo scontro politico è ruotato intorno alle funzioni dell’Agenzia. Perché l’Ase, almeno in questa fase, non potrà fare l’accertamento dei tributi, ma dovrà limitarsi alla sola riscossione. “Peraltro – ha tuonato la vicecapogruppo azzurra, Alessandra Zedda – per un numero limitati di tributi. Ovvero, l’Irap, l’addizionale regionale Irpef, la la tassa sul diritto allo studio e l’imposta speciale di deposito in discarica”. Di qui la prima accusa mossa dall’opposizione: “Il centrosinistra – ha detto Ignazio Locci – si sta preparando a varare l’ennesimo carrozzone”. Una posizione ribadita anche da Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) e Michele Cossa (Riformatori). Christian Solinas (Pds’Az) ha poi evidenziato che “l’Ase non porterà un solo euro in più nelle casse della Regione, a fronte dei 2,7 milioni di costo”.
In maggioranza solo la consigliera del Centro Democratico, Anna Maria Busia, ha chiesto “un approfondimento, all’interno dell’aula, sulle funzioni dell’agenzia”. Contestazione rientrate, invece, da parte di Sel, attraverso il capogruppo Daniele Secondo che ha parlato “di scelta importante”. Per Fabrizio Anedda “l’Ase è un primo passo verso una più ampia autonomia della Regione in materia finanziaria”.
L’esame del ddl proseguirà domani, sempre con inizio alle 16. Alle 12,30 scade invece il termine per la presentazione degli emendamenti, mentre alle 15 è convocata la commissione Finanze presieduta dal dem Franco Sabatini, altro convinto sostenitore dell’Ase, “agenzia che porterà la Sardegna verso una nuova gestione della finanzia pubblica, grazie anche all’istituzione dell’osservatorio sulla fiscalità regionale”.