Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'Italietta del boom tra nuovi aristocratici e zitelle stagionate La prova? È ottima

Fonte: L'Unione Sarda
18 ottobre 2016

Rossini al Teatro Lirico

 

 

 

 

P erla del repertorio comico del primo Rossini, “La pietra del paragone” segna l'abbandono, rispetto alla struttura dell'opera buffa settecentesca, degli intenti realistici per proiettare la finzione in un contesto paradossale e simbolico. Perché no l'Italietta degli anni 60, dove tra ville con piscina e battute di caccia un po' sfigate si agita un drappello di macchiette: le zitelle stagionate, lo scapolo incallito, il giornalista rampante, il poeta da strapazzo. E l'innamorata ritrosetta, cinica ma sincera. Il collante di questo modernissimo magma - due secoli fa od oggi, che cambia? Il denaro resta la pietra del paragone - è la partitura rossiniana, interpretata con intelligenza da Francesco Ommassini sul podio del Teatro Lirico di Cagliari. Il direttore veneziano ha evitato di sovraccaricare le tinte, preferendo l'ironia alla risata crassa e ciò a beneficio del cast vocale, con il tenore Enea Scala (il cavalier Giocondo) in stato di grazia al pari del baritono Vincenzo Taormina (esilarante nell'aria Ombretta sdegnosa) e del soprano spagnolo Sandra Pastrana nei panni di Donna Fulvia.
Senza sbavature anche la prova dei protagonisti, il mezzosoprano Aya Wakizono (una sexy marchesa Clarice) e il basso-baritono Gianluca Margheri nel ruolo del conte Asdrubale. Il voto più alto va al lavoro di regia e scenografia di Giorgio Barberio Corsetti e Pierrick Sorin, geniale lezione di teatro in cui, grazie ai tre maxi schermi, virtuale e reale si confondono, con l'artificio elettronico al servizio della musica per esaltare le dinamiche comiche dell'opera. Ancora in scena, nel teatro cagliaritano, sino a domenica 23 ottobre.
Fabio Marcello